Un nuovo scossone ha investito il mondo della tecnologia: la startup cinese DeepSeek ha lanciato un modello di Intelligenza Artificiale a basso costo e altamente performante, provocando un terremoto sui mercati finanziari. Il Nasdaq ha perso oltre il 4,3%, mentre Nvidia ha visto sfumare quasi 600 miliardi di dollari in capitalizzazione. Perfino Donald Trump ha parlato di “campanello d’allarme” per la supremazia tecnologica americana. Lo spauracchio cinese ha contagiato il mondo; ma bisogna davvero spaventarsi?
Un modello più efficiente?
DeepSeek sarebbe in grado di ottenere risultati paragonabili a quelli di GPT con meno potenza di calcolo, meno energia e costi ridotti. “Sì, è abbastanza brava”, conferma Luca Accomazzi, divulgatore scientifico, intervistato durante la trasmissione Modem. DeepSeek riesce a rispondere a test resistenti a Google, ovvero domande le cui risposte sono difficili da trovare sul motore di ricerca. “Questa non è una cosa che sanno fare tutti i modelli dell’intelligenza artificiale”, aggiunge.
Quindi riesce dove altri falliscono, e in maniera più economica? Affermativo anche questo: “Effettivamente tra i modelli che vengono implementati su calcolatori dedicati, DeepSeek è uno dei più risparmiosi”, conferma Accomazzi. Tuttavia, ricorda il divulgatore, “questa strada era già stata battuta e battuta anche meglio da altri: Google e Apple hanno lavorato tantissimo negli ultimi due anni per realizzare modelli così risparmiosi, che si possono addirittura far girare sui nostri piccoli smartphone senza che la batteria venga esaurita in 4 o 5 richieste”.
Sostanzialmente non vi è nulla di nuovo sotto il sole: “La cosa che ha sconvolto i mercati americani è che questa novità arriva dalla Cina e non ce lo si aspettava”.
Verso l’ottimizzazione delle risorse?
I vantaggi di DeepSeek ridimensionano l’assunto che i grandi modelli necessitino di enormi risorse computazionali, mettendo in dubbio i colossali investimenti nei data center americani. Andrea Rizzoli, direttore dell’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale di USI/SUPSI, avverte che solo i primi test scientifici indipendenti potranno confermare le sue capacità. “Noi ci metteremo a testare questo modello sulle nostre macchine per vedere quelle che sono le effettive performance”, ha dichiarato ai microfoni della RSI, “però da quello che si vede non ho motivo di ritenere che siano state fatte affermazioni false”, riferendosi all’articolo scientifico pubblicato dal team cinese, non ancora sottoposto a peer review.
“Fino ad ora siamo stati convinti che per fare il training di questi modelli ci volevano grandi risorse di calcolo”, dichiara Maria Grazia Giuffreda, direttrice associata del Centro Svizzero di Calcolo Scientifico di Lugano (CSCS). Ora, con la balena blu, sembra non essere vero. E soprattutto, sembra essere un bene, “perché il mondo non può continuare a costruire data center sempre più grandi; anche l’impatto ambientale sarebbe notevole”, ha continuato la direttrice.
Dello stesso parere è pure Rizzoli, che sottolinea: “Non possiamo pensare che l’energia che serve per far girare queste apparecchiature sia infinita. E soprattutto, in un contesto geopolitico attuale dove ci sono delle forti tensioni per l’accesso alle risorse”.
DeepSeek, l’AI cinese che spaventa gli Stati Uniti
Telegiornale 27.01.2025, 20:00
Un colpo ai big della tecnologia?
Il punto cruciale non è tanto la conquista tecnologica cinese, quanto il fatto che i modelli open source possano o stiano superando quelli chiusi. DeepSeek è scaricabile su hardware relativamente accessibili. ChatGPT, invece, è chiuso e controllato da OpenAI.
Una situazione che potrebbe stimolare positivamente l’industria globale dell’AI. La concorrenza tra i due sistemi favorirà maggiore innovazione e, come dice Rizzoli, potrebbe riequilibrare il mercato e “il valore effettivo di queste aziende”.
Una rivoluzione o un fuoco di paglia?
Se DeepSeek manterrà le promesse, potremmo assistere a una svolta nella tecnologia AI, con un’ottimizzazione delle risorse computazionali. Sicuramente è un importante passo avanti, come ricorda Giuffreda: “La scienza è sempre stata così; la ricerca scientifica, l’innovazione è sempre andata avanti, con momenti di grande exploit, momenti in cui si fa il salto”. E DeepSeek potrebbe essere uno di quei momenti.