Il Consiglio dei ministri italiano, riunito simbolicamente a Cutro, luogo del naufragio costato la vita ad almeno 72 migranti lo scorso 26 febbraio, ha varato giovedì un decreto legge che introduce un nuovo reato per chi provoca la morte o lesioni gravi per il traffico di persone e che prevede una pena fino a 30 anni di reclusione.
Inoltre, il Governo ha deciso che l’Italia riserverà delle quote di accesso ai lavoratori che provengono dai Paesi che collaborano con Roma, ripristinando così i decreti flussi con criteri e quote triennali, con alcune corsie preferenziali.
"Credo che un altro modo per combattere i trafficanti di esseri umani - ha detto la premier Giorgia Meloni - sia dare il messaggio per cui non conviene entrare illegalmente in Italia, pagare gli scafisti e rischiare di morire".
La presidente del Consiglio ha ribadito di attendersi misure concrete dall'Europa. La risposta di Ursula von der Leyen - ha detto - "segna di fatto un cambio di passo".
In una nota stampa, si legge inoltre che Meloni inviterà nelle prossime ore i familiari delle vittime della tragedia di Cutro a Palazzo Chigi, sede del Governo a Roma.
Italia, il naufragio di Cutro
SEIDISERA 09.03.2023, 18:21
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“Un Paese non è in grado di farcela da solo”
"La situazione è talmente complicata ed è talmente difficile il contesto internazionale nel quale ci troviamo che un solo Paese non è in grado di affrontare questi fenomeni" come quello migratorio. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani in conferenza stampa a Cutro ribadendo la necessità dell'approccio multilaterale e ricordando le situazioni di emergenza dei Paesi di origine e transito dei migranti come la Turchia devastata dal terremoto, dove il controllo delle frontiere è difficile, e la Siria ugualmente colpita dal sisma e in una situazione di guerra.