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Dopo undici giorni di guerra

Breve bilancio della recente escalation tra Israele e Hamas

  • 21 maggio 2021, 20:51
  • 20 novembre, 20:23
Fumo e fiamme dopo un attacco aereo israeliano, nella parte orientale di Gaza, il 20 maggio 2021

Fumo e fiamme dopo un attacco aereo israeliano, nella parte orientale di Gaza, il 20 maggio 2021

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Di: ATS/Bleff 

Dopo undici giorni di guerra tra Hamas e Israele, le forti pressioni internazionali si sono concretizzate in un cessate il fuoco. Lo sforzo di mediazione, condotto in modo particolare dall'Egitto e dal Qatar, ha sortito l'effetto sperato e l'opzione scelta è stata quella di un cessate il fuoco dichiarato da entrambe le parti.

Le vittime in 11 giorni di guerra

Oltre 4'000 i razzi lanciati da Gaza su Israele - Gerusalemme e Tel Aviv compresi - che hanno messo in allarme oltre un milione e mezzo di abitanti del sud e del centro del paese, in un'escalation che non trova riscontro neppure nel precedente conflitto del 2014. Le vittime nello Stato ebraico sono state 12 e centinaia i feriti. Un bilancio mitigato dall'Iron Dome, il sistema di difesa antimissili a protezione della popolazione civile che ha intercettato, secondo i militari, il 90% dei razzi. Una "cupola di ferro" che anche stavolta ha preservato il paese. Dall'altra parte, in una Striscia dove le condizioni umanitarie sono al collasso, i bombardamenti israeliani hanno provocato - secondo il ministero della sanità di Hamas - 243 morti, di cui 66 bambini, 39 donne e circa 1'900 feriti.

La Striscia di Gaza

L'esercito israeliano con l'operazione "Guardiano delle Mura" ha condotto centinaia di attacchi sulla Striscia, colpendo anche la "Metro", ovvero il sistema dei tunnel di Hamas e della Jihad islamica, scavato spesso sotto palazzi civili. Oltre 100 i chilometri distrutti insieme a rampe di razzi, depositi di armi e centri comando. Nel mirino israeliano sono pure finiti i comandanti militari e i quadri, sia di Hamas sia della Jihad. Decine le case distrutte e, secondo l'esercito israeliano, centinaia i militanti uccisi, compreso il comandante della Jihad del nord della Striscia, Hussam Abu Harbid.

Il conflitto in immagini

"Difficile che la tregua duri"

“La tregua è ovviamente una buona notizia, ma è difficile illudersi che possa durare molto a lungo”: si esprime così ai microfoni della RSI Paolo Magri, direttore dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale di Milano (ISPI), in merito al cessate il fuoco fra Hamas e Israele: “È difficile poiché negli ultimi 15 anni abbiamo avuto quattro scontri seguiti da tregue, ma soprattutto perché la tregua ferma le armi ma non risolve le condizioni sul terreno e di lungo termine che fanno esplodere periodicamente i conflitti”.

02:50

Radiogiornale delle 12.30 del 21.05.2021: l'intervista al direttore dell'ISPI di Milano Paolo Magri, di Giuseppe Bucci

RSI Info 21.05.2021, 14:44

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