Perdere nonostante si riceva la maggioranza dei voti: è quello che può succedere nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Questo perché non è la popolazione a eleggere in maniera diretta il presidente o la presidente, bensì i Grandi elettori. Per diventare presidente bisogna infatti ottenere il voto di almeno 270 di essi.
Chi sono i Grandi elettori
I Grandi elettori sono 538 e insieme formano il cosiddetto Collegio elettorale. Il numero di persone che ne fanno parte è la somma dei membri della Camera dei rappresentati, dei senatori e di 3 Grandi elettori per la capitale Washington, che non fa parte di nessuno Stato. Ogni Grande elettore viene nominato dal partito che rappresenta, solitamente quello Democratico o Repubblicano.
Ogni Stato ha la sua importanza
Ogni Stato ha quindi una quota di Grandi elettori, calcolata in modo tale che anche gli Stati più piccoli abbiano comunque un peso. Per esempio il Wyoming, che è poco popolato, ha 3 Grandi elettori: uno ogni 194’000 abitanti. La California invece, che è densamente popolata, ne ha 54: uno ogni 723’000 abitanti.
I voti popolari hanno un peso
Il voto della popolazione ha comunque un peso. Generalmente, il candidato o la candidata alla presidenza che riceve la maggioranza dei voti popolari verrà votato anche da tutti i Grandi elettori di quello Stato, che siano democratici o repubblicani. È il principio del “Winner takes all”, il vincitore si prende tutto. A fare eccezione sono il Nebraska e il Maine, che seguono un sistema proporzionale.
Presidenti eletti senza la maggioranza popolare
Alcuni esempi recenti di presidenti eletti senza avere la maggioranza delle preferenze popolari sono Donald Trump, che nel 2016 era in lizza con Hillary Clinton, e George W. Bush, che aveva sfidato Al Gore nel 2000.
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Telegiornale 21.10.2024, 12:30