È atterrato alle 22 in punto allo scalo di Orio al Serio il volo Ryanair che ha riportato in Italia il piccolo Eitan, 6 anni, unico sopravvissuto all'incidente della funivia del Mottarone del 23 maggio scorso sul lago Maggiore. Il volo era partito poco dopo le 19, ora locale, dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Con Eitan hanno viaggiato la zia Aya Biran Nirko, suo marito Or e le loro due figlie.
Il ritorno in Italia del piccolo Eitan, rapito lo scorso settembre e portato in Israele dal nonno materno Shmuel Peleg, dovrebbe mettere fine al calvario del bambino di 6 anni che, dopo aver perso i genitori e il fratellino, si è ritrovato in mezzo a un'aspra controversia tra le famiglie da parte di padre e madre e a vivere in un Paese che aveva lasciato quando aveva poco più di un anno e dove poi ha trascorso le vacanze.
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Con un volo Tel Aviv-Bergamo, Eitan fa così rientro in quella che, dopo l'incidente, è diventata la sua nuova casa italiana in provincia di Pavia. Ad accompagnarlo la zia paterna Aya Biran, nominata fin da subito dopo l'incidente sua tutrice, suo marito Or Nirko e le due cuginette con cui è praticamente cresciuto e che, all'indomani del suo sequestro, lo hanno pure loro raggiunto nello Stato del Medio Oriente. Ad attenderlo nella villetta di Travacò Siccomario, di fianco a quella dove viveva con mamma e papà ci saranno i nonni paterni, come ha spiegato un portavoce della famiglia Biran aggiungendo: "Dopo 84 giorni da quando è stato allontanato illegalmente dalla sua casa, Eitan tornerà ora alla routine della sua vita, a tutti gli ambienti medici, terapeutici ed educativi, ai suoi amici del quartiere e alla scuola, alla comunità in cui è cresciuto, e al suo adorato gatto Oliver".
Ieri (giovedì) per lui è stato il giorno dei saluti e dei preparativi. In uno spazio 'neutro' e alla presenza di un assistente sociale, ha visto prima il nonno Shmuel e poi, separatamente, la sua ex moglie, la nonna Esther Cohen: con loro continuerà a sentirsi per telefono mentre con gli zii da parte di mamma la promessa è di incontrarsi presto in Italia. Poi il tampone anti-Covid per lui e i suoi famigliari.
In vista del suo arrivo, i legali di zia Aya, gli avvocati Grazia Cesaro e Cristina Pagni, hanno lanciato un appello scritto ai mass media affinché spengano i riflettori sulla vicenda. Hanno invitato a "comprendere l'esigenza di tutelare la privacy del minore nel rispetto dei principi della Carta di Treviso nonché delle norme deontologiche e professionali". "Eitan - si legge nel messaggio - ora ha bisogno di serenità e tranquillità, insieme alla sua famiglia, per affrontare un percorso di recupero delicato".
Israele: Eitan deve tornare in Italia
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Con il suo ritorno, sebbene la partita tra le due famiglie sia ancora aperta davanti al Tribunale dei Minorenni, per il bimbo dovrebbe quindi cominciare una vita normale, circondato dall'affetto degli amici e dei parenti stretti. L'obiettivo di tutti è aiutarlo a superare il trauma che ha vissuto quel pomeriggio del 23 maggio scorso, quando una gita in montagna si è trasformata in un terribile dramma.
Un dramma per Eitan ancora più doloroso da quando si è ritrovato ad essere conteso tra le due famiglie che non si sono risparmiate una 'guerra' fatta di ricorsi e controricorsi ai giudici italiani e israeliani, con buona pace per quel "bene del minore" invocato da entrambe le parti.
Il giudice israeliano: "È stato un rapimento da parte del nonno"
Una vicenda, questa, a cui qualche giorno fa, invece, la Corte Suprema di Tel Aviv ha cercato di mettere un punto fermo. Il giudice Alex Stein, confermando le due decisioni delle scorse settimane di primo e secondo grado, ha stabilito che "il luogo normale di vita" del bambino "sia in Italia dove ha trascorso quasi tutta la sua esistenza" e che quello che gli è accaduto a settembre è stato un rapimento verso cui la Convenzione internazionale dell'Aja prevede "tolleranza zero" e impone "la restituzione immediata" ai tutori. Quindi, ha riconosciuto, accogliendo l'istanza della zia Aya, la sottrazione illegittima del minore da parte del nonno materno. Il quale è destinatario di un mandato d'arresto internazionale per le accuse di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minore all'estero e appropriazione indebita del passaporto del nipotino.
Il presunto complice del nonno è un mercenario di Blackwater
Arrestato a Cipro, e rilasciato dietro cauzione, il presunto complice di Peleg, il "soldato" dell'agenzia di contractor statunitense Blackwater, Gabriel Alon Abutbul, anche lui israeliano e nei cui confronti è in corso il procedimento di estradizione.
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