Si è parlato anche di Libia alla conferenza sulla sicurezza che si è conclusa oggi a Monaco di Baviera, in Germania. Nel Paese africano, squassato da una guerra civile alimentata dagli opposti interessi, tra gli altri, di Russia e Turchia, la situazione resta molto preoccupante, con ripetute violazioni della tregua e dell'embargo nella fornitura delle armi alle parti in conflitto. A dimostrazione della fragilità, se non dell'inutilità, delle misure decise a Berlino il mese scorso per trovare una soluzione al colfitto.
Intanto la vice del rappresentante speciale dell'ONU in Libia, Stephanie Williams, ha definito una farsa l'embargo sulle armi in Libia, denunciando il flusso ininterrotto di armamenti e le continue violazioni della tregua.
La questione è che, a violare l'accordo, sono proprio molti dei paesi che sostengono o il Governo di Serraj o quello del generale Haftar. Emirati Arabi Uniti, Egitto, Turchia hanno consegnato alle fazioni in guerra ogni tipo di armamento. La Russia avrebbe inviato centinaia di mercenari. E anche la Francia è intervenuta con aiuti militari: in una base di Haftar, l'anno scorso, sono stati trovati alcuni missili francesi.
Lunedì, ha fatto sapere il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas, l'Unione Europea prenderà una decisione su come intende agire. Chi viola l'embargo deve essere punito, ha detto, senza specificare però come e in che modo. Nel frattempo il blocco dei terminal di petrolio operato da Haftar fa temere una crisi economica senza precedenti.
Il bilancio della Conferenza di Monaco
Telegiornale 16.02.2020, 21:00