La Russia ha invaso militarmente l'Ucraina il 24 febbraio scorso. In risposta, gli Stati occidentali hanno imposto pesanti sanzioni all'aggressore per frenare la sua fame di conquista: tra le più incisive, quelle riguardanti l'esportazioni di gas e petrolio, che hanno estromesso il mercato europeo - tra i maggiori acquirenti - dai suoi sbocchi commerciali. D'allora il Cremlino cerca nuovi partner a cui vendere le sue forniture energetiche; tra i papali Cina, Kazakistan e Uzbekistan, che, a riguardo, non nascondono il loro interesse.
La sete del Drago rosso
Mentre i paesi del G7 si preparano a imporre nuove restrizioni alle esportazioni di petrolio russo, il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato martedì di voler rafforzare il suo partenariato energetico con la Russia.
Nel comunicato, Xi Jinping ha affermato che "la Cina vuole lavorare con la Russia per stabilire una partnership energetica più stretta, promuovere lo sviluppo di energia pulita e verde e garantire la sicurezza energetica internazionale e la stabilità della catena di approvvigionamento", confermando la volontà di stringere rapporti più stretti col Cremlino. La dichiarazione è stata pronunciata in occasione del quarto Forum sino-russo sull'energia; lo comunica l'emittente televisiva ufficiale cinese CCTV.
A tal riguardo, secondo Alexander Novak, vicepremier russo, quest'anno le esportazioni energetiche russe verso la Cina sono aumentate del 64% in valore e del 10% in volume. Sempre in questa prospettiva, l'amministratore delegato del gigante petrolifero russo Rosneft, Igor Setchine, ha fornito durante il convegno qualche dettaglio. Secondo le sue stime il commercio tra i due Paesi dovrebbe attestarsi quest'anno tra i 180 e i 190 miliardi di dollari, fornendo attualmente alla Cina il 7% del suo fabbisogno petrolifero.
Kazakistan e Uzbekistan in lista per un'unione per il gas
In questi giorni la Russia sta discutendo la creazione di una possibile unione del gas con Kazakistan e Uzbekistan. L'obiettivo, oltre quello di migliorare la fornitura e la distribuzione del gas tra i tre paesi, è pure quello favorire l'esportazione energetica verso altri Stati, come appunto la Cina. La dichiarazione d'intenti è stata espressa martedì da alti funzionari russi. La notizia è confermata anche dal portavoce presidenziale del Kazakistan, che conferma la proposta del presidente russo Vladimir Putin, avanzata lunedì durante un incontro con l'omologo kazako Kassym-Jomart Tokayev.
L'idea generale, secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, è quella di coordinare più efficacemente gli sforzi di distribuzione energetica. Ad esempio, un caso concreto consisterebbe nella volontà, da parte del Governo di Astana, di costruire un gasdotto verso la Russia dal Kazakistan settentrionale. Una spesa - di "decine di miliardi di dollari" - inutile secondo Peskov, dacché la Russia sta potenziando la sua produzione nella Siberia orientale, lontano dal confine kazako. In ogni caso, i dettagli dell'accordo sono ancora in fase di discussione.
Da Berna nuove sanzioni contro la Russia
Telegiornale 23.11.2022, 21:00