Il bollettino di guerra in Siria scandisce, giorno dopo giorno, il dramma dei civili che muoiono sotto le bombe o sono costretti a fuggire. Sono almeno trenta gli uccisi sabato dai raid governativi supportati dai russi nella Ghuta, e 150mila le persone costrette ad abbandonare Afrin, l'enclave curda bersagliata dai turchi.
L'esodo da Afrin ha ormai assunto numeri quasi biblici, nella misura in cui le truppe di Ankara si preparano a chiudere la partita, dopo oltre due mesi di attacchi, per sradicare le milizie curde dell'Ypg, ritenute una minaccia alla sicurezza del confine. La fuga dei civili, 150mila da mercoledì, è resa possibile da un corridoio umanitario che al momento sembra reggere.
Nel frattempo l'artiglieria ed i raid aerei turchi non smettono di colpire i loro obiettivi neanche durante la notte, secondo quanto hanno denunciato gli attivisti dell'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus). L'ong dell'opposizione basata a Londra tra l'altro ha accusato i turchi di aver colpito il principale ospedale della città, uccidendo almeno dieci persone tra cui due donne incinte. Ankara ha negato.
ats/joe.p.