L'esercito turco e i suoi alleati hanno circondato Afrin, bersaglio da più di otto settimane di un'offensiva extraterritoriale volta a sloggiare i miliziani curdi che vi si sono concentrati, considerati terroristi da Ankara. Si tratta di combattenti appartenenti alle Unità di protezione del popolo (YPG), acerrimi nemici degli estremisti dello Stato islamico e perciò sostenuti da Washington.
In città vivono più di 350'000 persone e fino ad ora solo alcune centinaia l'hanno abbandonata. Altri 200, stando all'Osservatorio per i diritti umani, organizzazione schierata contro il regime di Bashar al Assad, sono invece già caduti sotto le bombe di Ankara.
L'evoluzione della situazione nel nord-est della Siria fa temere una nuova tragedia umanitaria, analoga a quella in atto nella Ghuta orientale, alle porte di Damasco, dove i governativi, appoggiati dai russi, sono a caccia dei ribelli, incuranti delle sofferenze inflitte ai civili.
AFP/dg