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Europarlamento: la destra si fa in tre

Dopo i Conservatori e riformisti e i Patrioti europei, arriva l’Europa delle nazioni sovrane, guidata da tedeschi della AfD, che raggruppa gli estremisti di tutto il continente

  • 11 luglio, 05:53
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Il Parlamento europeo rimodellato dalle elezioni dello scorso 9 giugno

  • Keystone
Di: Stefano Grazioli 

La destra europea, moderata ed estrema, ha ridefinito le proprie posizioni all’Europarlamento. Due sono le nuove frazioni che si sono costituite, una era già presente nella vecchia legislatura, quella dei Conservatori e riformisti europei, con la partecipazione di Fratelli d’Italia della premier Georgia Meloni e del partito Diritto e giustizia polacco, che sino all’anno scorso ha governato a Varsavia.

I due nuovi gruppi sono da un parte quello dei Patrioti europei, che ruota intorno al Rassemblement National francese di Marine Le Pen, alla Lega di Matteo Salvini, alla FPOE austriaca di Herbert Kickl e a FIDESZ del primo ministro ungherese Victor Orban; dall’altra, spostato ancora più verso la destra estrema, l’ultimo arrivato è quello battezzato Europa delle nazioni sovrane, che ha come partito guida l’Alternative für Deutschland (AfD), guidata da Alice Weidel e Tino Chrupalla. In esso sono confluiti vari partiti estremisti europei per un totale di 28 deputati, la metà dei quali dell’AfD. Si tratta della terza frazione di destra in ordine di grandezza, dopo i Patrioti che ne contano 84 e i Conservatori che ne hanno 78.

La strategia della AfD

La ridefinizione dei gruppi deriva sia dall’esito delle elezioni europee del 9 giugno scorso, sia anche dal posizionamento a livello nazionale dei singoli partiti, che pur appartenendo sostanzialmente allo stesso spettro, non sono privi di differenze: alcuni, dopo essere stati sdoganati nei decenni passati, hanno già raggiunto nei rispettivi paesi posizioni di governo, come Fratelli d’Italia; altri vorrebbero farlo sul breve periodo e hanno già riscosso successi elettorali parziali, come il RN in Francia o la FPOE in Austria, che è data nei sondaggi in testa in vista delle elezioni politiche programmate in autunno a Vienna; altri ancora, ed è il caso della AfD in Germania, sono rimasti sempre fuori dai giochi a livello nazionale e locale, ma vogliono ribaltare il tavolo con una strategia sul medio-lungo periodo. A settembre si vota per le regionali in Brandeburgo, Sassonia e Turingia, il prossimo anno per il Bundestag, e gli estremisti di destra puntano in futuro a rompere quel cordone che sino ad ora li ha tenuti lontani da posizioni di responsabilità politica.

Da Pérez a Zemmour

La nuova frazione guidata dalla AfD è sorta anche dal fatto che la formazione tedesca alla fine della scorsa legislatura era stata esclusa dal gruppo ultraconservatore di Identità e democrazia per il volere di RN e Lega, a causa delle dichiarazioni revisioniste del candidato di punta Maximilian Krah, che a sua volta è stato marginalizzato dai suoi colleghi di partito. Rimasta senza casa, l’Alternative für Deutschland se n’è costruita quindi un’altra, a sua misura, facendo confluire partiti minori provenienti da mezza Europa, tutti con la caratteristica di essere però nazionalpopulisti, seppur con diverse gradazioni. Da Spagna e Francia arrivano forse i più noti. Se “Acabó La Fiesta”, letteralmente “La festa è finita”, è un movimento antisistema guidato dall’influencer politico Luis Alvise Pérez, che alle scorse europee ha guadagnato subito tre seggi; Reconquête, Riconquista, è un partito di destra che è stato fondato nel 2021 dal giornalista Éric Zemmour, condannato più volte per dichiarazioni razziste.

l blocco dell’est europeo

Oltre agli estremisti spagnoli e francesi, nel gruppo sovranista trainato dall’AfD è forte la presenza dei partiti radicali dell’est europeo: l’Unione Popolo e Giustizia lituana, nota per le sue posizioni euroscettiche, ha come leader Petras Grazulis, salito alla ribalta per la sua aperta omofobia; Vasrashdane, Rinascita, è un partito nazionalista, filo-russo e anti-immigrazione bulgaro, che chiede tra l’altro un referendum sul ritiro di Sofia dalla NATO; i polacchi di Konfederacja, Confederazione, sono considerati estremisti con tendenze antisemite, caratteristica che accomuna spesso i movimenti nazionalisti, insieme ovviamente alla forti critiche verso l’immigrazione e la società multiculturale; dalla Cechia e dalla Slovacchia si sono aggiunti Republika e la SPD (Libertà e democrazia diretta), quest’ultima fondata da Tomio Okamura, fomentatore di timori per una presunta islamizzazione dell’Europa. Infine dall’Ungheria si è associato Mi Hazank Mozgalom, Movimento Nostra Patria, di Laszlo Toroczkai, estremista espulso in precedenza dal partito nazionalista Jobbink.

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