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Francesco: "In Vietnam? Ci andrà Giovanni XXIV"

Cosa ha detto il Papa del suo possibile successore e quali scenari aprono le sue parole sulle "limitazioni nel camminare"

  • 4 settembre 2023, 22:40
  • 4 settembre 2023, 22:41
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  • Keystone
Di: Paolo Rodari

“In Vietnam sono sicuro che ci andrà Giovanni XXIV, questo è sicuro che ci sarà”.

È stata semplicemente una battuta, quella che ha dato papa Francesco rispondendo sul volo di ritorno dalla Mongolia a una domanda su un suo possibile viaggio nel Paese asiatico. Che però apre uno scenario inedito: per la prima volta in pubblico, infatti, Francesco comunica quale nome potrebbe prendere chi gli succederà. Dire Giovanni XXIV significa indicare un vescovo di Roma che sceglie il nome che fu di papa Roncalli, terz’ultimo pontefice italiano prima di Paolo VI e Giovanni Paolo I. Fu il vescovo di Roma che aprì il Concilio Vaticano II, ovvero il grande momento in cui la Chiesa rinnovò sé stessa attraverso una conversione della propria vita pastorale. Dire Giovanni XXIV, quindi, significa indicare il Concilio come la strada da continuare a percorrere. Già un anno fa, del resto, nella prefazione al libro “Giovanni XXIII. Il Vaticano II un Concilio per il mondo” di Ettore Malnati e Marco Roncalli (Bolis Edizioni), Bergoglio aveva affermato come “l’ultimo Concilio ecumenico non è stato ancora interamente compreso, vissuto e applicato” e che, per questo motivo, “siamo in cammino”. Il futuro della Chiesa, dunque, non potrà che essere nel solco di ciò che il Concilio ha aperto, una conversione che porta ad un rinnovamento senza tradire il passato e insieme con la capacità di guardare senza paura al futuro.

Il Papa ha detto anche altro. In particolare, quando ha parlato dei futuri possibili viaggi da compiere. Bergoglio non ha fornito indicazioni di mete precise. Oltre al viaggio previsto a Marsiglia, ha ipotizzato soltanto una nuova meta europea in un piccolo e non meglio specificato Paese. Ma ha ammesso che “ci sono delle limitazioni nel camminare e questo limita, ma vediamo”.

Quando Benedetto XVI diede le dimissioni, nel 2013, spiegò che l’ipotesi di dover affrontare, qualche mese più tardi, una trasferta fino in Brasile per partecipare alla Giornata Mondiale dei giovani l’aveva spinto a lasciare. Le energie fisiche venivano meno e non ce l’avrebbe fatta ad affrontare un volo così faticoso.

Francesco, al contrario di come si sentiva allora Ratzinger, sta bene ed ha energie. Ha superato brillantemente un recente intervento al colon, seppure un dolore al ginocchio destro dovuto a gonalgia lo costringe a muoversi in carrozzina. E questa cosa non è facile, soprattutto quando in ballo ci sono trasferte impegnative. Il Papa ha sempre detto che le dimissioni sono un’ipotesi che non esclude, ma concretamente ha sempre fatto capire di non averle prese in considerazione. Nel marzo scorso, in una intervista concessa alla RSI, aveva detto che le avrebbe valutate soltanto se sarebbe sopravvenuta “una stanchezza che non ti fa vedere chiaramente le cose”, ovvero “la mancanza di chiarezza, di sapere valutare le situazioni”. Non sembra essere questa la situazione che sta vivendo al momento, seppure certamente il dolore al ginocchio è limitante e lascia il futuro incerto.

Francesco in Mongolia

Telegiornale 01.09.2023, 12:30

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