Papa Francesco ha esaltato domenica la forza della religione per risolvere i conflitti e promuovere la pace, nell'ultimo giorno della sua visita in Mongolia, durante la quale ha cercato di stringere legami con la vicina Cina. Parlando a un incontro nella capitale Ulan Bator con dieci leader di diverse fedi, l'86enne pontefice ha invitato i leader politici a trarre ispirazione dalla religione scegliendo "la via dell'incontro e del dialogo".
"Il fatto che ci troviamo insieme nello stesso luogo è già un messaggio: le tradizioni religiose, nella loro originalità e diversità, rappresentano un formidabile potenziale di bene al servizio della società", ha detto il Papa durante l'incontro tenutosi nel teatro Hun, che assomiglia a una tradizionale yurta mongola.
"Se i leader delle nazioni scegliessero la strada dell'incontro e del dialogo con gli altri, darebbero un contributo decisivo per porre fine ai conflitti che continuano a far soffrire tanti popoli", ha aggiunto, citando anche frasi di Buddha e Gandhi. Erano presenti anche rappresentanti del buddismo e dello sciamanesimo - le due fedi maggioritarie in Mongolia - così come dell'islam, dell'ebraismo, dell'induismo e della chiesa ortodossa russa, ognuno dei quali si è rivolto al Papa con un breve discorso.
"Fratelli e sorelle, oggi ci riuniamo insieme come umili eredi di antiche scuole di saggezza. Nel nostro incontro con gli altri, vogliamo condividere il grande tesoro che abbiamo ricevuto, per arricchire un'umanità così spesso sviata nel suo cammino dalla ricerca miope del profitto e del benessere materiale", ha poi detto il pontefice, citando anche uno scritto del Buddha che dice "il saggio si rallegra nel dare", notando che è simile al detto di Gesù: "È più bello dare che ricevere".
I rapporti tra Vaticano e Cina
Telegiornale 01.09.2023, 20:00