Sabato Papa Francesco ha chiesto di fare di più per proteggere l'ambiente e ha messo in guardia dalla corruzione. Ha parlato nell'ambito di una visita senza precedenti in Mongolia, una giovane democrazia senza sbocco sul mare tra Russia e Cina. Arrivato il giorno prima, l'86enne Pontefice ha incontrato sabato mattina la modesta ma attiva comunità cattolica di questo Paese asiatico prevalentemente buddista.
Nella capitale, Ulan Bator, il Papa è stato accolto con il tappeto rosso davanti a una schiera di guardie d'onore mongole, vestite nei tradizionali colori blu, rosso e giallo. "Viva il Papa", ha scandito una folla entusiasta. Davanti ai leader del Paese il Pontefice ha messo in guardia contro la corruzione, a otto mesi da uno scandalo nell'industria carbonifera - fondamentale per l'economia mongola - che ha scatenato manifestazioni di piazza a dicembre.
La corruzione rappresenta "una grave minaccia per lo sviluppo di ogni gruppo umano, alimentando una mentalità utilitaristica e senza scrupoli che impoverisce intere nazioni", ha detto Papa Bergoglio. Il presidente della Mongolia, Ukhnaagin Khürelsükh, poco prima aveva ricevuto il Papa davanti a un'imponente statua di bronzo di Gengis Khan, nell'immensa piazza Sukhbaatar, che ospita il cuore del potere mongolo.
La sua visita è seguita con passione da molti pellegrini provenienti da altri Paesi asiatici, che si sono recati in Mongolia per vedere il capo della Chiesa cattolica, che conta 1,3 miliardi di fedeli. Domenica il Papa pronuncerà un discorso in occasione di un incontro interreligioso, al quale è prevista la partecipazione del rettore della Chiesa ortodossa russa di Ulan Bator con una delegazione, e presiederà poi una messa in un palazzetto di hockey su ghiaccio di recente realizzazione.
Papa Francesco in Mongolia
Telegiornale 01.09.2023, 20:00