La giustizia giapponese ha confermato mercoledì in appello l’assoluzione nei confronti di tre responsabili della Tepco, l’agenzia che gestiva la centrale nucleare di Fukushima al momento dello tsunami-terremoto del 2011. L’alta corte di Tokyo ha sentenziato che non sono colpevoli di negligenza. Sul banco degli imputati vi era anche l’ex presidente 82enne Tsunehisa Katsumata.
Per l’accusa, i responsabili avrebbero dovuto far cessare le attività della struttura già prima della catastrofe, sulla base di informazioni in cui venivano sostenuto che non avrebbe resistito in caso di eventi naturali come un maremoto di forte intensità. I tre erano stati condannati l’estate scorsa a versare alla Tokyo Electric Power decine di miliardi di franchi per non essere riusciti a evitare il disastro.
Lo tsunami aveva colpito il Nord-Est del Giappone provocando un sisma che ha a sua volta provocato la sospensione della rete elettrica, impedendo il normale raffreddamento dei reattori nucleari. Ci furono esplosioni e fughe significative di sostanze radioattive. Nell’immediato morirono 20'000 persone, ma in migliaia perirono negli anni per il degrado delle condizioni di vita.