In Russia oggi (venerdì) migliaia di persone hanno assistito ai funerali dell’oppositore Alexei Navalny. Tra questi c’era la collaboratrice RSI Rosalba Castelletti, che ci racconta le sue impressioni.
Quali sono stati i momenti salienti di questa per certi versi storica giornata?
Migliaia di sostenitori sono accorsi nel quartiere Marino a sud est di Mosca per rendere l’ultimo omaggio a Navalny sin dalle prime ore del mattino. È stata una folla mai vista da quando Mosca ha lanciato l’offensiva contro Kiev due anni fa e ha stretto le maglie della repressione interna. Abbiamo visto molta gente in lacrime e tanti che scandivano il nome di Alexei. In chiesa si è tenuta la cerimonia religiosa attorno alla bara aperta secondo il rito ortodosso: un momento intimo con la madre e il padre che non smettevano di stringersi la mano neppure per fare il segno della croce. La gente – quei pochi con cui siamo riusciti a entrare - ha sommerso il corpo di fiori. A stento sbucava il volto pallido e incerato di Navalny dai lineamenti quasi distorti. Si faceva fatica a riconoscere Alexei. Poi fuori dalla chiesa la gente che non era riuscita a entrare ha lanciato fiori verso il carro funebre. Si è formata una processione dispersa in tanti rivoli presidiata dalle forze di sicurezza per gli oltre due chilometri e mezzo che separano la chiesa dal cimitero. Il corpo è stato sepolto mentre un’orchestrina di violini suonava la colonna sonora di “Terminator 2” alla presenza della sola famiglia. La gente è stata ammessa soltanto dopo e c’è stato chi ha potuto gettare un mucchietto di terra sulla bara sotto lo sguardo commosso della madre e chi invece sta ancora aspettando di poter rendere omaggio alla tomba perché il cimitero è stato eccezionalmente lasciato aperto.
Qualche migliaio le persone presenti. Qualcuno ha osato farsi sentire urlando slogan contro la guerra. A questo punto, alla luce di quanto accaduto negli ultimi giorni, con la morte di Navalny, cosa possiamo dire dello stato dell’opposizione al regime russo?
Questo è difficile che sia un nuovo inizio. Mi sembra piuttosto una sbornia momentanea di libertà. È vero che qualcuno ha persino gridato “no alla guerra” tra lo stupore di tanti. La polizia non è intervenuta. Al momento si contano pochissimi arresti, ma a ogni angolo c’erano agenti, che filmavano e fotografavano e nei prossimi giorni è molto probabile che tutti i presenti verranno fermati e identificati.
La vedova Yulia non ha potuto partecipare ai funerali, costretta all’estero, ha però mandato un messaggio d’addio su X: “Grazie per 26 anni di assoluta felicità - ha scritto - prometto di fare del mio meglio per renderti orgoglioso di me”. E cosa potrà fare la vedova di Navalny?
Lei si è candidata come erede naturale di Alexei, ma a differenza del marito che dal carcere dava l’esempio, l’esilio la rende più debole agli occhi dei russi, che rischiano la repressione sulla loro pelle. La propaganda ha già iniziato ad attaccarla: la chiamano la vedova allegra e bene che vada rischia di diventare una nuova Svetlana Tikhanovskaya, La leader bielorussa in esilio conosciuta dalla comunità internazionale ma con pochissima capacità di poter cambiare le cose in patria.
Quale la reazione del Cremlino a questi funerali?
Il portavoce ha detto di non aver niente da dire e ha semplicemente avvertito di possibili sanzioni per quello che verrà semplicemente considerato un corteo non autorizzato. Putin tace e non parlerà mai. Fingeva di ignorare Navalny da vivo e lo ignora anche da morto. È il suo modo di denigrare il nemico, ma così facendo lo riconosce forse come tale.
I funerali di Navalny
Telegiornale 01.03.2024, 20:00