La Wagner, come una grande azienda che perde il suo fondatore, si evolverà. Lo prevede il direttore di "Analisi difesa", Gianandrea Gaiani, intervistato al Telegiornale RSI. “La Wagner del futuro sarà molto più controllata da Mosca, ma al tempo stesso tornerà alle origini, alla clandestinità. Il Cremlino potrà sempre dire: non siamo noi, non li conosciamo”.
La Wagner ha spesso lavorato nell’ombra, in segreto, cominciando a combattere molto prima che Mosca mandi le proprie truppe regolari, cosa che a volte nemmeno avviene. In Siria si è schierata a fianco del regime di Assad molto prima che Mosca si decidesse a mandare un contingente delle sur forze regolari, nel 2015.
L’Africa rimarrà un settore chiave, perché – prosegue Gaiani – “Tutta l’Africa subsahariana mostra crescente insofferenza verso gli occidentali, a cominciare dall’ex potenza coloniale francese. I paesi africani avrebbero voluto vedere altri paesi europei giocare un ruolo, ma questo non è accaduto, l’Europa non si è mostrata capace. La Russia c’è riuscita: la sua presenza spesso supporta i potei locali senza chiedede di modificare l’assetto costituzionale”.