Resta alta la tensione in Italia per le manifestazioni degli studenti universitari in vari atenei a sostegno della popolazione palestinese e contro quello che definiscono il genocidio in corso a Gaza. Tra le motivazioni della protesta ci sono anche gli accordi di collaborazione tra le università italiane e quelle israeliane.
Le ultime iniziative risalgono a ieri (martedì) a Roma e Genova. Nella capitale gli studenti dell’Università La Sapienza hanno occupato il rettorato per alcune ore, lasciandolo solo dopo alcuni momenti di scontro con le forze dell’ordine e con la promessa che avrebbero ripetuto la protesta a breve. E anche nel capoluogo ligure ci sono state contestazioni molto forti al rettore.
Sono solo gli ultimi episodi di una lunga serie che ormai da mesi vede contrapposti studenti e istituzioni universitarie. L’apice era stato raggiunto a fine febbraio con l’episodio più violento a Pisa, dove la polizia ha caricato e manganellato i manifestanti che sfilavano nelle vie cittadine, provocando anche la reazione di sdegno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Al centro delle iniziative studentesche c’è la situazione a Gaza, che viene definita genocidio, e la solidarietà alla popolazione palestinese colpita, ma anche gli accordi che le università italiane hanno con quelle israeliane, in particolare il bando del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, che porta avanti progetti di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia ed Israele. Più di 4’000 docenti in tutta Italia hanno firmato affinché questo bando venga sospeso.
Ieri la ministra dell’Università Annamaria Bernini, fino a pochi giorni fa dialogante con gli studenti, appresa la notizia dell’occupazione del Rettorato della Sapienza e degli insulti al rettore dell’Università di Genova, si è messa invece in contatto telefonico col capo della polizia col quale ha detto che si confronterà nei prossimi giorni sulla situazione all’interno degli atenei. Una presa di posizione che ha scatenato le polemiche politiche, con l’opposizione che ha gridato alla militarizzazione delle università.