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Georgia: la presidente chiama la piazza

Salomè Zourabishvili non riconosce il risultato, favorevole al governo, e invita i cittadini a protestare - L’UE reclama un’inchiesta

  • 27 ottobre, 21:06
  • 20 novembre, 17:40
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Georgia, vince il partito al potere

Telegiornale 27.10.2024, 20:00

  • Keystone
Di: Agenzie/RSI Info 

La presidente della Georgia Salomè Zourabishvili, figura carismatica dell’opposizione, ha annunciato di non riconoscere il risultato delle elezioni parlamentari tenutesi sabato e che hanno portato alla conferma del partito di governo, Sogno georgiano, fondato dal miliardario ed ex premier Bidina Ivanishvili, ritenuto vicino a Mosca.

La capa dello Stato - i cui poteri sono però poco più che cerimoniali - si è presentata in pubblico insieme ai leader dei principali partiti di opposizione ed ha affermato che lo scrutinio è stato “una falsificazione totale, un furto dei vostri voti” che potrebbe portare a ulteriore instabilità. “Queste elezioni non possono essere riconosciute perché significherebbe riconoscere l’intrusione russa, la nostra subordinazione alla Russia”.

Dal canto suo l’Unione europea, in una dichiarazione dell’alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, chiede alla commissione elettorale centrale di indagare e giudicare in modo rapido, trasparente e indipendente le irregolarità elettorali e le relative accuse, per costruire fiducia nel processo elettorale.

Basandosi sulle conclusioni preliminari della Missione internazionale di osservazione elettorale guidata dall’Ufficio dell’OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR), l’UE afferma che “la giornata elettorale è stata generalmente ben organizzata dal punto di vista procedurale e gestita in modo ordinato, ma è stata caratterizzata da un clima di tensione, con frequenti compromessi nella segretezza del voto e diverse incoerenze procedurali, nonché segnalazioni di intimidazioni e pressioni sugli elettori, in particolare sui dipendenti del settore pubblico”.

Tali segnalazioni erano giunte già durante la campagna, “sollevando preoccupazioni sulla capacità di alcuni elettori di esprimere il proprio voto senza timore di essere puniti”.

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