L'approvvigionamento energetico resta al centro del dibattito pubblico in Germania, dove oggi (domenica) si sono viste due forme di protesta (molto diverse tra loro) contro il carbone e a favore della salvaguardia del clima. La prima nelle grandi zone minerarie al confine nord-orientale del Paese e la seconda a Berlino.
Quella organizzata oggi da diversi gruppi ambientalisti in Germania orientale è stata una manifestazione pacifica per protestare contro le vicine centrali elettriche a carbone. L'intera area al confine con la Polonia è caratterizzata da decenni da questa fonte energetica. Le enormi miniere a cielo aperto dove viene estratta la lignite, un tipo di carbone molto umido e quindi poco efficiente nel processo di combustione, ma molto inquinante, hanno lasciato immensi crateri nella pianura.
Subito accanto si trovano le centrali alimentate con la lignite e che risalgono spesso ancora all'epoca socialista. Che proprio queste vecchie centrali siano state ora rimesse in funzione per garantire l'approvvigionamento energetico del Paese, dopo lo stop delle forniture di gas da parte della Russia, viene molto criticato dagli ambientalisti.
D'altro canto è sempre stato il carbone a garantire in questa zona poco industrializzata molti posti di lavoro. Motivo per cui nei mesi e anni scorsi a manifestare qui sono stati anche gli operai delle centrali e delle miniere e in questo caso, a favore del carbone.
Un'altra forma di protesta per la salvaguardia dell'ambiente è andata in onda a Berlino. Una protesta in questo caso del tutto urbana, organizzata dal gruppo Ultima Generazione.
Dopo gli innumerevoli blocchi stradali dei giorni scorsi, alcuni attivisti hanno attaccato oggi con la vernice un monumento che ricorda i principali articoli della Costituzione tedesca. Nei pressi del palazzo del Reichstag, sede del Parlamento federale.
Ultima Generazione non tenta di portare in piazza il maggior numero possibile di persone per organizzare cortei e manifestazioni, ma cattura l'attenzione dell'opinione pubblica con azioni spettacolari, ma anche molto discusse e criticate.