Lo stato di allarme delle forze israeliane è stato portato sul livello alto per possibili disordini e scontri che potrebbero scoppiare al termine delle preghiere del venerdì sulla Spianata delle Moschee e in Cisgiordania, in occasione del terzo "Giorno di rabbia", indetto dai palestinesi contro la decisione del presidente americano Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele.
La polizia ha schierato ingenti forze ma, al momento, non ha previsto alcuna restrizione all'accesso dei fedeli musulmani alla Spianata, come è accaduto in altre occasioni simili. Anche l'esercito ha rinforzato la sua presenza in tutta la Cisgiordania.
Verso una nuova intifada
Giovedì sera, dopo gli scontri che hanno provocato decine di feriti in diverse aree controllate dalle truppe israeliane, sono stati lanciati due razzi dalla Striscia verso il sud di Israele (caduti però all'interno dell'enclave palestinese). La popolazione delle aree israeliane, al suono delle sirene di allarme, è corsa comunque nei rifugi. Qualche ora dopo è arrivata la risposta di Israele, con colpi di tank e un'incursione aerea che hanno bersagliato due postazioni di Hamas nella parte centrale di Gaza.
ATS/M. Ang.