Quattro persone sono state ritrovate vive e ora i dispersi nel crollo di un grosso seracco sul ghiacciaio della Marmolada, nelle Dolomiti, sono scesi a 15. I morti, stando all’ultimo bilancio ufficiale, sono invece sette. Il distacco si è verificato nei pressi di Punta Rocca (3265 metri di altitudine), lungo l'itinerario di salita della via normale per raggiungere la vetta.
Alla base di questa tragedia ci sono le alte temperature che interessano da giorni la zona: ancora oggi ci sono dieci gradi di temperatura sul ghiacciaio, il che significa una forte fusione delle acque superficiali della neve. Massimo Frezzotti, presidente del Comitato Glaciologico Italiano, professore all'Università di Roma Tre, dagli anni '80 conduce ricerche sul monitoraggio delle condizioni glaciali. Racconta alla RSI che alle sei di questa mattina, nei pressi di Punta Rocca, località dove si è staccato il seracco, la temperatura era di sei gradi e che non era un caso isolato: “Il mese di giugno è stato un mese estremamente caldo, con temperature più alte della norma di due gradi e mezzo quasi. C'è dunque stata una grossa quantità di diffusione delle acque che ovviamente aumentano la dinamica del ghiaccio".
All'origine del distaccamento del seracco e della potente valanga di ghiaccio e rocce che ha provocato, c'è anche un fenomeno morfologico sottolinea Aldino Bondesan, glaciologo e professore dell'Università di Padova: "La Marmolada è un ghiacciaio di pendio con un grande versante abbastanza regolare, che forma un piano inclinato verso nord, quindi non è confinato all'interno di un vallone o di una valle stretta che in qualche modo possa rallentare in qualche modo movimento dei ghiacciai. Dopo di che abbiamo, l'arretramento che il ghiacciaio ha subito, che è stato particolarmente accelerato negli ultimi anni e questo fa sì che sia venuto a mancare il sostegno alla fronte. Cioè qualche anno fa avevamo altro ghiaccio alla fronte che in qualche modo sosteneva sorreggeva il ghiaccio sommitale, oggi il ghiaccio non c'è più".
Una tragedia prevedibile? Il sentiero avrebbe dovuto essere chiuso, gli escursionisti? "In genere noi abbiamo delle avvisaglie che il ghiacciaio è in movimento; in questo caso quello che sembra, almeno dai primi segnali, è che non siano stati dei segnali premonitori", risponde il professor Bondesan.
Il problema sottolinea per parte sua Frezzotti, "è quello che tutti i ghiacciai non sono più in equilibrio con le condizioni ambientali attuali: tutti i ghiacciai e l'alta montagna sono in disequilibrio. E ovviamente questo porta a dei crolli, dei crolli significativi sia di roccia che di ghiaccio. Dobbiamo ricordarci che al Monte Bianco alcuni anni fa hanno interdetto la salita perché era diventata troppo pericolosa. E in queste condizioni, quando le temperature sono così alte, i pericoli oggettivi andando in giro per ghiacciai aumentano nettamente di più".
Ma cosa ci dice quanto è caduto la Marmolada su ciò che ci aspetta in futuro? "Bisogna tener presente che il ghiacciaio Marmolada si è ridotto dell'80% negli ultimi 100 anni e la maggior parte di questo è avvenuto dal 1980 ad oggi, cioè negli ultimi quarant'anni. La riduzione dei ghiacciai è un fenomeno ormai che è l'icona dei cambiamenti climatici. E ormai questo patrimonio idrico, che è anche un patrimonio paesaggistico, lo stiamo perdendo e le prossime generazioni non ne potranno usufruire", conclude Frezzotti.
Marmolada, si cercano i dispersi
Telegiornale 04.07.2022, 14:30