I vigili del fuoco hanno presidiato tutta la notte, tra domenica e lunedì, con i droni la zona del crollo della Marmolada (la cosiddetta regina delle Dolomiti, nelle alpi iitaliane al confine tra la provincia di Trento e quella di Belluno) e lunedì mattina si sono alzati in volo anche i droni del Soccorso alpino del Trentino. La portavoce dei servizi di soccorso, Michela Canova, ha dichiarato all'AFP che il bilancio delle vittime, inizialmente cinque, è salito a "sei morti accertati". Si tratta di tre italiani, un ceco, più un uomo ed una donna non ancora identificati. I feriti sono nove mentre il numero dei dispersi sarebbe salito a 30. A Canazei (in provincia di Trento) sono arrivati alcuni parenti delle vittime e delle persone di cui non si hanno finora avute più notizie.
Le operazioni di soccorso proseguono, ma dipendono dalle condizioni meteorologiche. Per garantire sicurezza di chi deve intervenire in quota servono freddo e temperature basse visto che sulla montagna è rimasto un’enorme quantità di ghiaccio pericolante.
Il crollo di una vasta porzione di ghiaccio, domenica, è avvenuto dopo una giornata con temperature record sulla vetta del ghiacciaio che avevano superato i 10 gradi. "Abbiamo avuto un inverno estremamente secco, con un deficit di precipitazioni del 40-50%. Le condizioni attuali del ghiacciaio corrispondono a quelle che normalmente si verificano a metà agosto non all'inizio di luglio", ha spiegato sempre il professor Massimo Frezzotti, del dipartimento di scienze dell'Università di Roma 3. Ieri, il giorno del crollo, è stata finora la giornata più calda del 2022. Lo conferma il meteorologo della Provincia di Bolzano Dieter Peterlin. A Bolzano sono stati superati i 37 gradi e alle ore 21.30 la temperatura era ancora di 32 gradi. Sul Corno del Renon a 2'260 metri sono stati misurati 18 gradi e di notte 9 gradi.