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Gibilterra non vale una guerra

Dopo Brexit. La premier britannica May smorza i toni dopo la polemica tra Londra e Madrid sul futuro della Rocca

  • 4 aprile 2017, 13:13
  • Ieri, 06:11
I 30'000 abitanti di Gibilterra dipendono dalla frontiera aperta con la Spagna

I 30'000 abitanti di Gibilterra dipendono dalla frontiera aperta con la Spagna

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"Meglio parlarsi che farsi la guerra". È il senso di una battuta della premier britannica Theresa May per abbassare i toni della rinnovata polemica fra Londra e Madrid su Gibilterra e sul futuro status che potrà avere dopo la Brexit.

May ha citato un gioco di parole di Winston Churchill: "jaw-jaw not war-war" ("meglio usare le mascelle che le armi"). Una risposta a Michael Howard, ex leader Tory in disarmo, che aveva evocato provocatoriamente la minaccia di azioni militari (come per la guerra scatenata da Thatcher in difesa delle Falkland-Malvine 35 anni fa) ove mai la Spagna, appoggiata dall'UE, mettesse in dubbio la sovranità britannica sulla Rocca.

Il presidente del Consiglio UE Donal Tusk ha chiarito che Gibilterra è fra le linee rosse del negoziato: Madrid - che vuole la "co-sovranità" sul territorio inglese - avrà in pratica un diritto di veto sull'applicazione degli accordi di divorzio alla Rocca. Logicamente l'Unione appoggerà chi sarà rimasto. Un richiamo alle dure realtà del divorzio che ha provocato l'ira britannica. Convinta di avere il coltello dalla parte del manico, Madrid per ora si è limitata a ribattere che "qualcuno a Londra sta perdendo i nervi".

ATS/M. Ang.

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