I militari fedeli al presidente venezuelano Nicolas Maduro si vogliono “determinati” a difendere l’integrità territoriale del Paese contro le migliaia di oppositori che si stanno preparando a convergere verso le frontiere del Venezuela in modo da riuscire a far passare gli aiuti umanitari bloccati alle porte dello Stato sudamericano.
Juan Guaido, il presidente ad interim riconosciuto da una cinquantina di Stati (tra i quali nelle ultime ore il Giappone), ha lanciato nelle ultime ore un appello a oltre 700'000 volontari che dovrebbero portarsi nelle prossime ore verso le frontiere venezuelane per trasferire all’interno del Paese gli aiuti provenienti da Stati Uniti e Brasile. A cui dovrebbero aggiungersi nei prossimi giorni quelli di Inghilterra, Francia, Italia, Spagna e Germania. Per il momento non risulta chiaro come intendano forzare i blocchi dei militari.
I presidenti di Colombia (Ivan Duque) e del Cile (Sebastian Piñera), tra i primi a riconoscere Guaido, hanno previsto di recarsi, venerdì, nella cittadina di Cucuta per dimostrare il loro sostegno all’operazione promossa dal presidente ad interim. Svariate tonnellate di viveri e medicamenti inviati da Washington si trovano infatti immagazzinati in questa cittadina, a due passi del ponte di frontiera di Tienditas, bloccato (come le frontiere marittime con le isole olandesi dei Caraibi) dalle autorità militari fedeli a Maduro i cui vertici hanno ribadito la loro lealtà al presidente eletto e rifiutano di dar seguito agli appelli di Guaido e del presidente USA Donald Trump per scalzarlo dal potere.
AFP/Swing