Haiti, situazione sempre più critica

Si aggrava il bilancio del terremoto che sabato ha colpito l'isola caraibica di Haiti. L'autorità di protezione civile statale ha infatti confermato, nella prima mattina di oggi, martedì, che il numero delle vittime è salito a 1'419. Circa 6'900 persone, aggiunge, sono rimaste ferite nel disastro. Sempre la stessa autorità ritiene che molte persone siano ancora tra le macerie dei molti edifici distrutti nel sud del Paese. La situazione dei sopravvissuti è drammatica non solo per la mancanza di generi di prima necessità e di cure mediche ma anche per l'avvicinarsi di un tempesta tropicale proprio sulle zone maggiormente colpite dal sisma.

Già lunedì sera, infatti, forti piogge si sono abbattute nella zona terremotata della Penisola del Tiburon intorno alle città di Les Cayes e Jérémie. Secondo l'US Hurricane Centre, il centro del sistema di bassa pressione "Grace" dovrebbe passare sulla Penisola in queste ore, sospinto da venti a 55 km/h. Il centro statunitense lancia l'allarme per possibili inondazioni e frane.

Frattanto l'organizzazione haitiana per i diritti umani RNDDH ha criticato la gestione del disastro da parte del Governo definendolo un "caos totale". "Le persone vittime del terremoto sono abbandonate a loro stesse. I feriti aspettano ore davanti agli ospedali, mal equipaggiati e con poco personale". Accuse queste che il premier ad interim Ariel Henry ha respinto affermando (su Twitter) invece che si sta lavorando il più "rapidamente possibile".

Un altro fattore di preoccupazione, per garantire i soccorsi, risiede nel fatto che la violenza delle bande rende spesso impraticabile l'autostrada che collega la capitale Port-au-Prince al sud di Haiti, ciò che potrebbe ostacolare la consegna degli aiuti. Le bande combattono tra loro per il controllo delle zone di Port-au-Prince. La violenza ha spinto circa 15'000 persone a fuggire nel solo mese di giugno, secondo i dati delle Nazioni Unite.

ATS/ANSA/AFP/Swing