Corrono le lancette in Medio Oriente, dove domattina alle 5.00, ora locale, è prevista la fine della tregua. I due belligeranti, Israele e Hamas, rimangono in contatto nel tentativo di raggiungere un accordo per una seconda proroga, ma attualmente i risultati non sono particolarmente incoraggianti.
“Gli sforzi per estendere la tregua non sono ancora maturati”, e l’offerta da parte israeliana “non la riteniamo degna di studio”, ha dichiarato Osama Hamdan, alto funzionario di Hamas in Libano, al canale di Hezbollah Al-Madayenn.
La speranza di un prolungamento del cessate il fuoco continua tuttavia a dettare gli appuntamenti dell’agenda diplomatica statunitense. Il segretario di Stato americano Antony Blinken, in viaggio verso Israele, ha detto che si concentrerà sull’estensione della tregua e della pausa dei combattimenti a Gaza, “in modo da poter continuare a liberare più ostaggi e consentire più aiuti umanitari”.
“Vorremmo vedere un prolungamento della tregua perché questo ha consentito il rilascio degli ostaggi e il loro ricongiungimento con le famiglie”, ha dichiarato Blinken. “Abbiamo potuto anche aumentare gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza che ne ha disperatamente bisogno”, ha infine sottolineato.