Reportage

Homs alla resa dei conti

Rovesciati i rapporti di forza, nella terza città siriana, tornano le violenze e le vendette fra sunniti e alawiti

  • Ieri, 05:51
  • Ieri, 09:17
05:50

RG 12.30 del 28.01.2025: Il servizio di Naima Chicherio da Homs

RSI Info 28.01.2025, 12:30

  • RSI Naima Chicherio
Di: Naima Chicherio, inviata RSI in Siria e Libano

“Di che religione sei?”. Ai checkpoint per entrare a Homs è spesso questa la prima domanda che ti fanno gli uomini di Hayat Tahrir al-Sham, che vogliono sapere soprattutto se sei un alawita. La domanda, che arriva a bruciapelo, tradisce così un clima di grandi tensioni nella terza città del Paese, dove gli scontri armati fra fazioni non sono quotidiani, ma poco ci manca e dove i sunniti come il nuovo leader Ahmed al-Sharaa e gli alawiti come l’ex presidente Bashar al-Assad sono di nuovo alla resa dei conti.

Homs, che ha vissuto un terribile assedio fra 2011 e 2014 da parte del governo siriano e che è stata quasi rasa al suolo, è una città che in questi anni ha sofferto tantissimo. È ancora in gran parte distrutta e fa impressione. Non ci sono i soldi per ricostruire. In molte case, l’elettricità è strutturalmente assente. Migliaia di persone sono state torturate e giustiziate in una delle basi militari della regione. Colpa di una dittatura. Di una famiglia sanguinaria, quella degli al-Assad, che pensava solo ai suoi interessi personali e per cui oggi si accusano indistintamente tutti i membri della sua confessione, anche coloro che non hanno avuto alcun ruolo in quelle atrocità.

IMG_8827.jpeg

Sui palazzi la bandiera della nuova Siria

  • RSI Naima Chicherio

La maggior parte della popolazione di Homs è sunnita e si sente quindi liberata da quando è caduto il regime, mentre tanti esponenti della minoranza alawita sono fuggiti sia perché sono arrivati ordini di evacuazione già all’inizio dello scorso mese di dicembre, sia perché hanno ricevuto minacce dirette o hanno assistito a sparatorie, sentito di rapimenti e uccisioni, come quella di un fotografo di Sana, l’agenzia di stampa dell’ex regime, un alawita crivellato di colpi e ritrovato morto ad Hama. È vero però che hanno reagito anche alcuni alawiti che hanno imbracciato le armi contro quelli che inizialmente venivano chiamati “ribelli” e che ora detengono il potere.

IMG_8797.jpeg

Per le vie di Homs

  • RSI Naima Chicherio

A Homs, però, di queste tensioni non ne vuole parlare nessuno. Almeno non esplicitamente. “Siamo qui per garantire la sicurezza di tutti. Le violenze di cui si sente parlare, sono iniziative personali. Azioni isolate. Hayat Tahrir al-Sham non c’entra nulla e non c’entra nulla il nuovo Governo”, dice ai microfoni della RSI uno degli uomini di al-Sharaa, che parla di futuro inclusivo per la Siria ed è tanto attento all’immagine che di lui si restituisce all’estero.

La città è militarizzata. Ci sono uomini di Hayat Tahrir al-Sham dappertutto. Sono armati e hanno il volto coperto, cosa che fa arrabbiare tanti siriani e che non è un buon indicatore per il futuro.

Significa che potenzialmente puoi fare ciò che vuoi senza essere riconosciuto. Senza doverti giustificare. Senza essere punito.

IMG_8826.jpeg

Per le vie di Homs

  • RSI Naima Chicherio
rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare