E' iniziato ad Hong Kong il più grande processo contro dei militanti pro-democrazia nella storia dell'arcipelago. Accusati di "complotto per commettere atti di sovversione" secondo la legge sulla sicurezza nazionale promulgata nel 2020 , quarantasette attivisti rischiano la prigione a vita. Sedici si sono già dichiarati non colpevoli. Trentaquattro sono in carcere, gli altri sono soggetti a strettissime limitazioni nei loro contatti sociali. Tra loro figurano giuristi ed ex deputati locali.
Hong Kong, opposizione in via d'estinzione
Telegiornale 06.02.2023, 20:00
All'apertura del procedimento, che dovrebbe durare quattro mesi, un piccolo gruppo di manifestanti ha sfidato la massiccia presenza di forze di polizia fuori dal tribunale, srotolando striscioni su cui si poteva leggere: "Liberate immediatamente tutti i prigionieri politici" e "si tratta di una persecuzione".
"Resistere alla tirannia non è un crimine" ha dichiarato in aula Leung Kwok-hung, uno dei leader del movimento pro-democrazia, dichiarandosi non collpevole. Tra le principali accuse, avere organizzato nel 2021 delle primarie ufficiose per selezionare dei candidati in vista delle legislative. Nonostante la messa in guardia delle autorità, oltre 600'000 persone (un settimo della popolazione dell'arcipelago) aveva preso parte al voto.