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Il Libano accusa: “Israele sta ritardando il ritiro”

L’ufficio del premier israeliano Netanyahu replica: “L’accordo di cessate il fuoco non è stato ancora pienamente applicato dallo Stato libanese”

  • 25 gennaio, 17:42
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Un carro armato israeliano vicino al confine con il Libano (foto d'archivio)

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Di: ATS/ANSA/M. Ang. 

Nuove tensioni in Libano. L’esercito di Beirut ha dichiarato di essere pronto a schierare le sue forze nel sud del Paese, accusando Israele di “procrastinare” il suo ritiro (previsto nell’accordo di cessate il fuoco di 60 giorni con scadenza domenica). “C’è stato un ritardo in diverse fasi a causa della procrastinazione nel ritiro dalla parte del nemico israeliano”, ha affermato l’esercito, confermando di essere “pronto a continuare il suo spiegamento non appena il nemico israeliano si ritirerà”.

Da parte sua Israele aveva fatto sapere venerdì che il ritiro graduale delle sue truppe dal Libano meridionale proseguirà oltre i 60 giorni previsti dall’accordo che ha portato alla tregua. “Poiché l’accordo di cessate il fuoco non è stato ancora pienamente applicato dallo Stato libanese, il processo di ritiro graduale continuerà in pieno coordinamento con gli Stati Uniti”, ha fatto sapere l’ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Una posizione che è stata immediatamente appoggiata dall’amministrazione USA, che ha chiesto un’estensione della scadenza: “Il presidente Trump è impegnato a garantire che i cittadini israeliani possano tornare in sicurezza nelle loro case nel nord di Israele, sostenendo al contempo il presidente Aoun e il nuovo governo libanese. Tutte le parti condividono l’obiettivo di garantire che Hezbollah non abbia la capacità di minacciare il popolo libanese o i suoi vicini. Per raggiungere questi obiettivi, è urgentemente necessaria una breve estensione temporanea del cessate il fuoco”, ha dichiarato Brian Hughes, portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca

Inranto, in questo scenario incerto, la tv libanese al Mayadeen, vicina a Hezbollah, ha riferito di attacchi israeliani nel sud del Libano, avvenuti durante la giornata, che “hanno avuto un’escalation come non si vedeva da due mesi”.

Secondo i termini del cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, mediato da USA e Francia ed entrato in vigore il 27 novembre, l’esercito libanese dovrebbe schierarsi insieme alle forze di pace delle Nazioni Unite (UNIFIL) nel sud del Paese, mentre l’esercito israeliano si sarebbe dovuto ritirare. Il tutto entro domenica. Hezbollah, dal canto suo, deve ritirare le sue forze a nord del fiume Litani, a circa 30 chilometri dal confine israeliano, e smantellare qualsiasi infrastruttura militare rimasta nel sud.

L’accusa dell’esercito libanese arriva dopo che il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto il 17 gennaio a Israele di porre fine alla sua “occupazione” del sud. In una telefonata con il suo omologo francese Emmanuel Macron, il nuovo presidente libanese Joseph Aoun ha parlato della “necessità di obbligare Israele a rispettare i termini dell’accordo per mantenere la stabilità nel sud”.

L’esercito libanese ha comunque esortato le persone a “essere caute nel tornare nelle aree di confine meridionali, a causa della presenza di mine e oggetti sospetti lasciati” dalle forze israeliane.

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