L’intervista

Il Messico e le sue scelte economiche, storia di un cambiamento

Isabella Cota, giornalista specializzata in economia e finanza, ci racconta i molti volti di un paese che sarà governato, per la prima volta, da una presidente donna

  • Oggi, 14:07
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Isabella Cota

  • Laura Daverio
Di: Laura Daverio 

Isabella Cota era pronta a trasferirsi all’Università di Amburgo per studiare la filosofia di Jürgen Habermas. Ma arrivò il 2018, l’anno in cui crollò la banca Lehman Brothers negli Stati Uniti e seguì una crisi finanziaria che cambiò il mondo. La gente perse il lavoro, la casa e lei perse l’interesse per gli studi filosofici decidendo, invece, di studiare giornalismo, finanza ed economia.

Il suo libro spiega come sorprendenti scelte economiche dell’ultima amministrazione abbiano cambiato la rotta del Messico. Ma è un libro per tutti perché, come dice lei, raccontare l’economia di un Paese vuol dire raccontare le storie dei suoi cittadini.

È giornalista di investigazione specializzata in economia e finanza. Il suo libro è “Suerte o Desastre: El azar como modelo economico de Amlo”, ovvero: “Fortuna o Disastro, il caso come modello economico di Amlo” (acronimo del presidente Andrés Manuel López Obrador).

Incontro l’autrice nella sua casa a Città del Messico, nello storico quartiere “Roma” (il regista Alfonso Cuaron ha girato qui il suo omonimo film vincendo 10 premi Oscar). Dalle pagine del libro traspare un coinvolgimento molto personale, a partire dalle storie che racconta. Le chiedo quale capitolo le è costato di più scrivere.

Quello sulla sicurezza. Avevo appena cominciato a lavorare come giornalista 16 o 17 anni fa e osservavo i miei colleghi scrivere la storia di un adolescente che fu sequestrato all’uscita dalla scuola. I criminali pensavano che i genitori potessero pagare milioni di pesos perché avevano un negozio franchigia della catena di minimarket Oxo. Ma non c’è bisogno di capitale per aprire un negozio cosi, è un lavoro come un altro e visto che i genitori non potevano pagare, il ragazzo fu ucciso. Ho scelto questa storia perché dimostra come da allora la sicurezza non sia migliorata. È molto dura, tutti i messicani hanno storie di parenti che sono stati uccisi o sequestrati, per la gente fuori dal paese non è possibile comprendere cosa voglia dire. La storia dimostrava anche la mancanza di nozioni basi dell’economia. Se ci fosse una migliore educazione in questo paese forse i criminali non avrebbero dato per scontato che il ragazzo fosse ricco e lui sarebbe ancora vivo.

Ha spiegato come le scelte economiche di quest’ultima amministrazione abbiano fatto retrocedere il ruolo delle donne come forza lavorativa. Allo stesso tempo il presidente uscente ha scelto una donna come candidata, Claudia Sheinbaum, che comincia il suo mandato

La questione di genere è molto interessante perché l’unica opposizione organizzata al presidente López Obrador è stata quella delle femministe, attraverso proteste di massa contro il numero femminicidi, che è ormai fuori controllo. E il presidente ha saputo prenderne atto, non è un caso che abbia promosso l’unica candidata donna del suo partito, nonostante i sondaggi interni dessero per vicinatore un uomo. Se si guarda alle sue politiche, ha mirato a smantellare il sistema di assistenza per gli anziani e per i bambini, un compito che tradizionalmente ricade sulle donne. Ha indebolito l’Istituto nazionale delle donne e durante la pandemia è arrivato a dire che la cura dei malati dovrebbe essere lasciata nelle mani delle donne, costrette così a rimanere a casa. Mostra una doppia faccia, è una forma di ipocrisia che ci svela la sua abilità politica, nell’aver saputo usare il femminismo a suo vantaggio.

Quale Messico lascia il presidente uscente e che messaggio vuoi che rimanga ai tuoi lettori?

López Obrador è uno straordinario fenomeno di massa. Le nostre prime elezioni veramente democratiche si sono svolte nel 2000. Quando è salito al potere nel dicembre 2018 ha ricevuto una democrazia giovane, imperfetta, ma che cresceva a poco a poco, mostrando conseguenze positive. Il Messico che lascia, invece, è un paese nelle mani del suo partito che aspira all’autocrazia. È stato il primo presidente del Messico a riuscire a parlare di povertà dal lato della povertà. I messicani più indigenti si sono sentiti visti. Questo cambierà per sempre il modo in cui si fa politica in Messico.  In precedenza i partiti al governo si sono preoccupati dell’approvazione della classe politica e intellettuale, ma quando López Obrador è salito al potere si è reso conto che non ha importanza. Ciò che conta è riuscire a portare avanti la sua narrazione nelle parti più popolate del paese. Intellettuali e politici sono stati furiosi con il Governo e non ha fatto differenza. Anzi, questo spiega in gran parte la sua popolarità. È percepito come un leader che non ha paura di andare contro altri sistemi di potere economici e politici. Dare il potere a un leader carismatico che promette cose molto populiste alla fine non risolve i problemi di un paese. E questo è il messaggio che voglio rimanga ai lettori.

RG 12:30 del primo ottobre Le considerazioni di Laura Daverio

RSI Info 01.10.2024, 13:20

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