L’analisi

Tutte le sorprese del voto in Messico

Gli elettori hanno optato per la continuità, cercando allo stesso tempo il cambiamento - Sheinbaum, una leader da scoprire

  • 3 giugno, 17:36
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Bisognerà attendere dopo il primo ottobre per scoprire come si muoverà la nuova presidente messicana

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Di: Laura Daverio

Lo spoglio dei voti è ancora in corso, ma la direzione del paese è chiara, e non mancano le sorprese. Il partito al potere Morena, fondato dal presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, si conferma il primo nel paese, guadagnando posizioni chiave.  A partire dalla presidente eletta, Claudia Sheinbaum, fedelissima di Lopez Obrador. La sua vittoria era data per scontata, ma non ci si aspettava il record di voti che ha ottenuto, quasi il 60% distanziandola di circa 30 punti da Xóchitl Gálvez, la candidata della coalizione dell’opposizione. È un vero record, che supera quello di López Obrador quando fu eletto nel 2018.  La straordinaria presenza mediatica del presidente uscente ha galvanizzato la popolazione meno privilegiata, che è rimasta a lungo invisibile nei giochi politici. È forse l’eredità politica più positiva del suo operato e che si riflette in queste elezioni.

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Xóchitl Gálvez

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Comunque andassero le cose, il paese era pronto a eleggere una donna.  Anche Xóchitl Gálvez ha una storia di successo, partendo da umili origini, diventando un’imprenditrice di successo e senatrice. Il suo tallone di Achille è stato però la coalizione che rappresentava, partiti politici con una lunga storia costellata di scandali di corruzione. Morena, al contrario, è un partito recente, e anche se non immune da corruzione, la popolarità del presidente è riuscita a sminuirne l’impatto.

Sheinbaum, una leader da scoprire

Claudia Sheinbaum rimane una leader da scoprire. È emersa politicamente lavorando con Lopez Obrador, e non gli si è opposta neppure quando il contrasto sembrava ovvio. Il Presidente ha tagliato gli investimenti alle tecnologie verdi per puntare tutto sulle fonti fossili. Sheinbaum è invece un’esperta in energia e scienze ambientali, ciò nonostante lo ha sempre supportato. In campagna elettorale ha promosso la continuità di tutti i programmi del presidente. Assumerà il mandato il primo ottobre, data in cui López Obrador, a detta sua, andrà in pensione, anche se molti lo dubitano. Sarà la prima volta che Claudia Sheinbaum non lo avrà come superiore, in un paese molto più pro-Morena di quanto abbia mai potuto contare il suo predecessore. Dallo spoglio delle schede, è emerso che Morena ha vinto la governatura di 24 stati. Nel 2018, quando fu eletto Lopez Obrador, ne aveva solo 4. La sfida per la presidente eletta e per il partito stesso sarà riuscire a mantenere l’unità dopo l’uscita dalla scena politica del suo fondatore.

Alle vittorie di Morena si aggiunge la posizione di capo del governo della capitale, vinta dalla candidata Claudia Brigada.  La sua carriera è legata a Iztapalapa, il distretto più popoloso della capitale, e tra le zone più pericolose. Qui è stata insegnate delle medie, prima di entrare in politica raggiungendo il ruolo di sindaca del distretto. Adesso porta la sua esperienza al vertice della capitale, che in Messico è un’entità federale pari a uno stato, e considerata il trampolino verso la presidenza.

Ogni giorno in media 10 femminicidi

Se le donne sono state protagoniste di queste elezioni, rimane da chiedersi che impatto possano avere in un paese profondamente machista, dove persiste una dilagante violenza di genere. Nel paese ogni giorno in media si commettono 10 femminicidi.

Claudia Sheinbaum, così come l’avversaria Xóchitl Gálvez, hanno giocato su due fronti. Da un lato hanno capitalizzato sulla narrativa della prima donna alla presidenza, cercando di attirare i più giovani, dall’altro non hanno voluto identificarsi come femministe, evitando di alienare la parte più conservatrice del paese.

Il movimento sociale più rilevante del sessennio di López Obrador sono state proprio le femministe, con le loro lotte agguerrite e manifestazioni di massa. Claudia Sheinbaum era capo del governo della capitale, quando si moltiplicavano le proteste per le strade. Non ha cercato il dialogo e ha piuttosto supportato l’approccio conservatore del presidente. Bisognerà aspettare il primo ottobre per capire se le generiche promesse a favore delle donne in campagna elettorale diventeranno veri programmi.

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