"Tutto il mondo è in guerra, in autodistruzione, fermiamoci!" Ancora un grido per fermare la guerra, ovunque essa sia. Sul volo di ritorno dal Sud Sudan, Papa Francesco, assieme all’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e al moderatore della Chiesa di Scozia Ian Greenshields dialoga con in giornalisti e ribadisce il senso dei tre giorni trascorsi nella Repubblica Democratica del Congo e dei tre successivi in Sud Sudan: favorire la pace in Paesi dilaniati da conflitti interni. È la prima conferenza stampa congiunta su un volo papale: mai prima d’ora i leader di alcune delle principali chiese cristiane avevano risposto assieme alle domande dei giornalisti durante il viaggio.
Il signor Putin
Dell’Ucraina ha comunque parlato Justin Welby: "Questa guerra – ha detto - è nelle mani del signor Putin, potrebbe fermarla con il ritiro e il cessate il fuoco e poi con negoziati su accordi di lungo termine. È una guerra terribile e terrificante, ma voglio dire che sono d’accordo con Francesco, ci sono molte altre guerre, parlo ogni qualche settimana con il capo della nostra Chiesa in Myanmar, ho parlato ai leader della nostra Chiesa in Nigeria, dove ieri sono state uccise 40 persone, ho parlato a molti in giro per il mondo. Concordo totalmente con il Santo Padre, la guerra finisce con il coinvolgimento di donne e giovani, per le ragioni che egli ha detto".
Non solo l’Ucraina
Il Papa ha ricordato come l’Ucraina non sia oggi "l’unica guerra: io vorrei fare giustizia – ha detto -. Da dodici-tredici anni la Siria è in guerra, da più di dieci anni lo Yemen è in guerra; pensa al Myanmar, alla povera gente Rohingya che gira il mondo perché cacciata dalla propria patria. Dappertutto, nell’America Latina, quanti focolai di guerra ci sono! Sì, ci sono guerre più importanti per il rumore che fanno, ma, non so, tutto il mondo è in guerra, e in autodistruzione. Dobbiamo pensare seriamente: è in autodistruzione. Fermiamoci in tempo, perché una bomba ti richiama una più grande e una più grande e nell’escalation tu non sai dove finirai". Sono parole che riflettono un sentimento profondo presente in Vaticano: tutto il mondo soffre per quella che Francesco ha detto essere una terza guerra mondiale a pezzi. Le situazioni di conflitto sono presenti ovunque.
La morte di Ratzinger strumentalizzata
Francesco ha parlato anche di Benedetto XVI: "La sua morte è stata strumentalizzata da gente di partito e non di Chiesa, lui non era amareggiato per quello che io ho fatto". Nelle scorse settimane c’è stato chi ha criticato i funerali di Ratzinger troppo sobri celebrati da Bergoglio. Ha detto il Papa: "Alcune storie dicono che Benedetto era amareggiato per quello che ha fatto il nuovo Papa; sono storie da 'telefono senza fili'. Io ho consultato Benedetto per alcune decisioni da prendere. E lui era d’accordo. Credo che la morte di Benedetto sia stata strumentalizzata da gente che vuole portare acqua al proprio mulino. E quelli che strumentalizzano una persona così brava, così di Dio, quasi direi un santo padre della Chiesa, direi che è gente non etica, è gente di partito non di Chiesa. Queste cose cadranno da sole, o se non cadranno andranno avanti come tante volte è accaduto nella storia della Chiesa".
Un’ingiustizia criminalizzare gli omosessuali
Netta la presa di posizione del Papa sulle persone omosessuali: "La criminalizzazione dell’omosessualità è un problema da non lasciar passare", ha detto. E ancora: "Il calcolo è che, più o meno, 50 Paesi, in un modo o in un altro, portano a questa criminalizzazione - mi dicono di più, ma diciamo almeno 50 - e anche alcuni di questi - credo siano dieci, hanno la pena di morte (per gli omosessuali, ndr) – questo non è giusto, le persone di tendenze omosessuali sono figli di Dio, Dio vuole loro bene, Dio li accompagna. È vero che alcuni sono in questo stato per diverse situazioni non volute, ma condannare una persona così è peccato, criminalizzare le persone di tendenza omosessuale è un’ingiustizia. Non sto parlando dei gruppi, ma delle persone. Alcuni dicono: fanno dei gruppi che fanno chiasso, io parlo delle persone, le lobby sono un’altra cosa, sto parlando delle persone. E credo che il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: non vanno marginalizzati. Credo che la cosa su questo punto sia chiara".
Il Papa in Sud Sudan
Telegiornale 04.02.2023, 20:00