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Il Papa citato in giudizio in Australia

Tre vittime di un prete pedofilo sostengono che l’arcidiocesi di Melbourne e il Vaticano fossero a conoscenza dei reati

  • 28 novembre 2020, 12:51
  • 22 novembre, 18:05
Papa Francesco

Papa Francesco

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Di: Diem/ATS 

Papa Francesco, l'arcivescovo di Melbourne Peter Comensoli e la stessa arcidiocesi, sono stati citati in giudizio davanti alla Corte suprema dello Stato di Victoria da tre aborigeni che da bambini subirono abusi dal prete pedofilo Michael Glennon, deceduto in prigione nel 2014. Le vittime chiedono di essere risarcite sostenendo che il Vaticano fosse a conoscenza dei reati, ma non sia intervenuto, neppure dopo la sua condanna a due anni di carcere nel 1978 per abusi e violenze sessuali commessi su 15 minori.

La notizia è stata anticipata dal Sydney Morning Herald, secondo il quale si tratta del primo caso conosciuto in Australia in cui vittime di abusi commessi dal clero chiamino a rispondere il Pontefice per il mancato intervento della Chiesa in azioni decisive contro i predatori pedofili.

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I tre querelanti affermano di aver subito, a causa degli abusi, impatti significativi e che hanno ancora delle conseguenze come la tossicodipendenza, il rimanere senza tetto e senza lavoro. E chiedono risarcimenti e danni punitivi. Il loro avvocato, Angela Sdrinis, è in attesa che i rappresentanti della Santa Sede in Australia accettino la notifica del mandato per conto del Pontefice. "Si tratta di fare in modo che il Papa e il Vaticano accettino le proprie responsabilità", ha detto.

"Quale possibile scusa possono avanzare per non aver riportato Glennon allo stato laico?", chiede il legale che aggiunge che l'arcidiocesi di Melbourne aveva ritirato le facoltà di sacerdote dopo la condanna nel 1978, ma solo il Vaticano avrebbe avuto il potere di laicizzarlo e quindi di evitare che, tramite le attività nel campo giovanile, continuasse ad entrare in contatto con i bambini dei quali ha approfittato in seguito.

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