È una moneta virtuale, ma ha un risvolto molto reale: l'elevato consumo di elettricità. Il bitcoin, la criptovaluta sotto i riflettori per il suo apprezzamento, infatti, è altamente energivoro. Questo perché per "minarlo" e verificare le transazioni globali servono computer con una potenza di calcolo enorme.
Secondo una ricerca dell'Università di Cambridge, il bitcoin oggi rappresenta lo 0,56% del consumo energetico mondiale. Fosse un Paese, si piazzerebbe al 30esimo posto della scala globale, surclassando tanti Stati, compresa la Svizzera che è 44esima.
Con l'aumento del valore del bitcoin cresce pure l'interesse di chi vuole investire nell'attività di "mining", l'estrazione virtuale della criptovaluta. Attività che sta diventando sempre più difficile proprio per la grandissima quantità di corrente richiesta.
Il glossario del bitcoin
Una mappa dello stesso ateneo mostra che il Paese più attivo è la Cina, seguita da USA e Russia, ma anche da Kazakistan, Iran e Libia. Pure la Svizzera fa parte di questo network, con un peso dello 0,04% su scala mondiale.
L’elettricità usata per creare e gestire la criptovaluta supera quella impiegata in un anno da molti Paesi, tra cui la Confederazione.
Le considerazioni di Alberto Petruzzella, presidente dell'Associazione Bancaria Ticinese
RSI 12.02.2021, 15:22