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Il cammino dell'Ucraina verso la NATO

Le radici dell'avvicinamento risalgono proprio al collasso dell'URSS. Ma quali saranno gli sviluppi, dopo il prossimo vertice a Vilnius dell'Alleanza Atlantica?

  • 8 luglio 2023, 15:06
  • 11 luglio 2023, 08:53
Volodymyr Zelensky e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, durante il loro incontro a Kiev dello scorso aprile

Volodymyr Zelensky e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, durante il loro incontro a Kiev dello scorso aprile

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Di: Stefano Grazioli

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che il vertice della NATO a Vilnius sarà un momento chiave per la sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa. Kiev spera in un invito formale di adesione all’Alleanza Atlantica, ma i segnali della vigilia vanno in tutt’altra direzione: nelle scorse settimane sono state registrate varie dichiarazioni dei leader occidentali secondo le quali l’ingresso dell’ex repubblica sovietica in questo momento non è all’ordine del giorno. Lo stesso capo di Stato ucraino, al di là dei desideri e della propaganda, ha ammesso che sino a che la guerra sarà in corso l’Ucraina non entrerà nella NATO. La via dunque verso la cooptazione a tutti gli effetti nella coalizione militare occidentale guidata dagli Stati Uniti dipenderà quindi dalla durata e dall’esito del conflitto in corso. Il percorso era già comunque iniziato quasi trent’anni fa.

Gli anni Novanta

Subito dopo il crollo dell’URSS e l’indipendenza da Mosca, l’Ucraina comincia ad avvicinarsi alla NATO: i primi accordi per il Consiglio di cooperazione e il programma Partnership for peace risalgono al 1991 e al 1994. Durante la presidenza di Leonid Kuchma (1994-2004), Kiev assume un atteggiamento di equidistanza tra l’Alleanza e la Russia, guidata allora da Boris Eltsin. La collaborazione con la NATO rimane limitata, anche perché la Costituzione adottata nel 1996 fissa in sostanza principi di non schieramento e neutralità. Nel 1997 viene siglato il trattato per la cosiddetta Distinctive Parternship e viene stabilita una commissione bilaterale per la gestione delle relazioni future. Nel 2003 truppe ucraine vengono mandate in Iraq con il contingente della NATO e all’inizio del 2004 il Parlamento a Kiev consente il libero ingresso di forze dell’Alleanza sul territorio ucraino.

La rivoluzione arancione

Le cose cambiano radicalmente all’inizio degli anni Duemila, quando al Cremlino arriva Vladimir Putin e gli Stati Uniti aumentano la pressione per sottrarre l’ex repubblica sovietica all’influenza di Mosca. La rivoluzione arancione del 2004 segna l’arrivo a Kiev di Victor Yushchenko, presidente filoamericano che mette l’ingresso della NATO come priorità; tanto che nel 2008 si arriva al vertice di Bucarest con la possibilità che sia Ucraina che Georgia, altra repubblica ex sovietica dove un’altra rivoluzione colorata, quelle delle rose del 2003, aveva portato all’elezione di un capo di stato vicino a Washington, Mikhail Saakashvili, possano fare presto la loro entrata. Il piano di adesione però non viene offerto, a causa soprattutto dell’opposizione di Paesi come Germania e Francia.

Da Yanukovich a Euromaidan

Il percorso di Kiev verso la NATO si arresta poi con il naufragio della rivoluzione arancione, sancita dalla sostituzione di Yuschenko con il suo rivale del 2004, Victor Yanukovich, che vince trionfalmente le elezioni del 2010 e fa dietrofront, ancorando un’altra volta la neutralità del paese alla costituzione. La cornice internazionale, e le relazioni tra Russia e Stati Uniti, sono già in peggioramento, dopo la guerra in Iraq iniziata nel 2003 e quella in Georgia nel 2008, cominciata dopo il tentativo di Saakashvili di rimettere sotto controllo i territori indipendentisti di Abcasia e Ossezia, scatenando la reazione di Mosca. Anche sotto la presidenza di Yanukovich in ogni caso la cooperazione con la NATO prosegue, tra l’altro con la partecipazione alle missioni in Kosovo, Iraq e Afghanistan. La cesura arriva però con la crisi del 2013/2014 e la rivoluzione di Euromaidan, che riporta il baricentro ucraino verso occidente e verso la NATO.

Da Poroshenko a Zelensky

Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia e l’avvio della guerra nel Donbass, iniziata nell’aprile del 2014 dopo l’ordine del governo di Kiev di riportare sotto controllo le regioni ribelli di Donetsk e Lugansk, ricomincia la corsa dell’Ucraina per diventare membro dell’Alleanza atlantica. Il conflitto nell’est del paese rinforza la collaborazione sul campo, attraverso una decina di iniziative e programmi di assistenza militare e di vario genere, tra cui una piattaforma bilaterale contro la guerra ibrida russa. I successori di Yanukovich, Petro Poroshenko e Zelensky non riescono però a concretizzare l’adesione vera e propria. Resta da vedere così nel prossimo futuro se l’invasione russa del 2022 abbia accelerato o rallentato il cammino di Kiev verso la NATO.

Zelensky in Turchia

Telegiornale 08.07.2023, 12:30

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