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Il pastore di Trump

Il presidente sta per accettare formalmente la nomination repubblicana - la RSI ha incontrato un telepredicatore che lo sostiene

  • 28 agosto 2020, 00:43
  • 22 novembre, 18:40
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Mark Burns, il telepredicatore afroamericano sostenitore di Donald Trump

RSI Info 28.08.2020, 00:36

Cravatta azzurro cielo, la fronte calva imperlata di sudore. Il telepredicatore guarda diritto nella telecamera. “Ci sono un sacco di persone a cui non piace il presidente Obama. Non importa. Ciascuno di noi è una grande persona. E attira dei nemici. Anche Gesù aveva nemici”, grida in un crescendo di intensità. Non c’è la litania degli “amen” che lo accompagnerebbero se il pubblico fosse presente. I fedeli di Mark Burns lo seguono in diretta attraverso il suo “Now network”. Solo una manciata di persone in questo locale trasformato in piccolo studio televisivo, tra cui i suoi sei figli e la moglie, che gestisce l’unica telecamera.

Siamo a Easley, in South Carolina, nel cuore della “Bible Belt”, dove Bibbia e barbecue sono immancabili. Mark Burns è stato in campagna elettorale con Donald Trump nel 2016. È spesso salito sul palcoscenico per introdurre i suoi comizi. Il settimanale Time lo definì “Il pastore di Trump”. È uno dei volti noti tra gli evangelici. Che sono la base più solida per la rielezione dell’attuale presidente degli Stati Uniti: un quarto del suo elettorato. “Il sostegno di noi evangelici è massiccio, ancora più di quattro anni fa” ci dice Mark Burns.

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RG 12.30 del 29.08.2020 l'intervista al pastore Burns

RSI Info 28.08.2020, 02:04

  • EB/RSI

Il pastore è stato accusato di aver millantato titoli di studio non posseduti in passato. Qualche anno fa fu costretto ad ammettere di aver esagerato. In altre circostanze le sue dichiarazioni controverse hanno suscitato polemiche. Quando gli chiediamo come può conciliare la sua fede cristiana con la separazione forzata di famiglie di immigrati al confine col Messico voluta dall’amministrazione Trump, risponde che “sono politiche decise dal Congresso”.

Gli facciamo notare che non è vero. Lui comunque difende Trump su tutta la linea. È giusto usare la forza contro chi protesta pacificamente in base alle politica del “Law and order” perseguita dal presidente? “Gli anarchici hanno sequestrato queste manifestazioni, a loro non interessa nulla dei Black Lives Matter” risponde il pastore afro-americano. Che però denuncia le mancanze di opportunità per gli afro-americani: “Gli immigrati possono lavorare e aprire un ristorante, la mia comunità no”. Eppure – osserviamo – dal 2016 al 2018 i repubblicani hanno controllato Casa Bianca e Congresso. Ora sono maggioranza al Senato. Perché non hanno adottato politiche a favore degli afro-americani? “È una buona domanda”, replica Burns.

Ammette che avrebbero dovuto fare meglio. Ma Trump, insiste, ha sempre agito nel migliore dei modi. Cosa rispondere allora a chi lo accusa di aver eroso il decoro della Casa Bianca, di aver ridotto la dignità istituzionale della presidenza degli Stati Uniti? Trump, risponde, “ è una persona rispettabile. Lo conosco personalmente”. Nessuno è perfetto, comunque. Nemmeno lui, dice il pastore. “È vero, ha avuto tre mogli. Anche io ne ho avute due”. Ma è proprio qui – conclude il telepredicatore come se parlasse davanti ai suoi tele-fedeli – che interviene la Grazia. Amazing Grace. Una volta ero perduto, ma sono stato ritrovato. Anche Trump era perso, ed è stato ritrovato. Era cieco, ma adesso può vedere”.

Emiliano Bos

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