Rifugiati, terrorismo, minaccia di Brexit: l'Unione Europea si trova di fronte alle più grandi sfide della sua storia e il progetto potrebbe anche fallire, secondo tutti i partecipanti alla tavola rotonda "il futuro dell'Europa", oggi (giovedì) al Forum economico mondiale di Davos. "Dobbiamo vivere con questo sentimento, potrebbe accadere se non risolviamo le questioni dei profughi e della sicurezza", ha ammesso il premier francese Manuel Valls.
"Poche settimane per una soluzione"
La prima appare come la più urgente: Mark Rutte, omologo di Valls nei Paesi Bassi, dà ai Ventotto 6-8 settimane di tempo per trovare una soluzione, dopodiché con la primavera gli arrivi torneranno ad aumentare ed in singoli paesi non sapranno più gestirli. Non sono emerse però nuove proposte, accanto al rafforzamento delle strutture di accoglienza in Grecia e Italia, alla riforma di Dublino e all'aumento dei controlli ai confini esterni. Wolfgang Schäuble, ministro delle finanze tedesche, ritiene che la pressione potrà calare solo con aiuti ai paesi di provenienza, "ma costerà miliardi, molto più di quanto stimato finora".
"No all'Europa à la carte"
"Non ci può essere un'Europa à la carte", secondo il capo del Governo greco Alexis Tsipras e tutti i quattro leader hanno chiesto solidarietà interna. E un primo passo verso la disgregazione potrebbe essere compiuto già quest'anno, con il voto sull'uscita della Gran Bretagna dall'Unione, che vede i partigiani della cosiddetta Brexit in vantaggio nei sondaggi. Se accadesse "sarebbe un dramma", ha ammesso Valls, ma "non per questo l'UE è disposta ad accettare qualsiasi condizione posta da Londra".
pon/ATS
Dalla radio