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Il rame di Panama

Il paese a emissioni zero vuole eliminare la lucrosa industria estrattiva

  • 2 ore fa

Panama, ondata di proteste

Telegiornale 30.06.2024, 20:00

Di: Laura Daverio

La transizione verso fonti di energia verdi non è solo una risoluzione ambientale. È anche un business, che sta si sta preparando per l’enorme mercato di veicoli elettrici del futuro. Per far questo è necessario assicurarsi la quantità necessaria di materie prime, tra queste i metalli per le batterie, come il rame. L’impennata della domanda sta creando opportunità, ma anche enormi pressioni ambientali nei paesi ricchi del prezioso metallo. I danni dell’industria estrattiva, normalmente nei paesi più poveri, contrastano con i benefici che la transizione a tecnologie verdi promette nei paesi del primo mondo.

Panama è colto tra queste contraddizioni: ha una miniera di rame operativa, a cielo aperto, ed è la più grande in America Centrale. L’anno scorso è stata al centro di straordinarie proteste che hanno paralizzato il paese per settimane. Cobre Panama, così si chiama la miniera, è operata dalla compagnia locale Mineral Panama, di proprietà della canadese First Quantum Minerals. Ha cominciato a esportare rame nel 2019, dopo sei anni di lavori e un investimento di oltre 6 miliardi di dollari.

Lo scorso ottobre il governo aveva annunciato la firma di un contratto che riconosceva alla compagnia una concessione di 20 anni, con la possibilità di rinnovo. L’accordo garantiva alla compagnia l’autonomia riguardo all’uso del suolo, dell’acqua e anche dello spazio aereo, oltre all’indipendenza decisionale sulla logistica, incluse attività portuali. Le negoziazioni sono state rapide e a porte chiuse, sottostimando l’impatto che la notizia avrebbe avuto tra la popolazione e la società civile.

L’accordo ha riaperto vecchie ferite in un paese che ha condotto difficili lotte per riacquistare la territorialità del Canale di Panama. Nel 1904 gli Stati Uniti ottennero la concessione e riuscirono ad aprire la via navigabile tra l’Oceano Pacifico e quello Atlantico.  Fino al 1999, però, mantennero il controllo del territorio per 8 chilometri in ogni direzione del canale, con ampia presenza militare. L’idea che una compagnia privata, con capitale straniero, potesse rivendicare per decenni l’uso del territorio nella zona della miniera è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ed è diventato lo sfogo del malcontento verso un’amministrazione percepita come corrotta, in un clima di generale declino economico. 

A fine novembre la corte suprema ha dichiarato il contratto incostituzionale, segnando la fine delle tensioni politiche e sociali. 

Panama, ondata di proteste

Telegiornale 30.06.2024, 20:00

I mancati introiti e una diversificazione difficile

Diversificare l’economica per fare a meno della miniera non sarà però facile. Cobre Panama contribuiva per il 5% al PIL nazionale e il nuovo accordo avrebbe garantito 375 milioni di dollari al governo ogni anno. E se ad oggi è l’unica miniera attiva, si era già aperta la porta per 14 nuove concessioni in tutto il paese. Oltre alle perdite, bisogna anche fare i conti con i costi, inclusi quelli di manutenzione della miniera, per contenere l’impatto ambientale. Si stima che per chiuderla ci vorranno circa 10 anni. La First Quantum Minerals, nel frattempo, ha chiesto 20 miliardi di risarcimenti.

Il 65% del territorio di Panama è coperto di foresta pluviale ed è un paese che ha raggiunto zero emissioni nette. In molti pensano che un futuro più sostenibile sia possibile.  Si guarda al successo del vicino Costa Rica che, pur non avendo la stessa ricchezza naturale, è riuscito a imporsi come leader nel settore dell’eco-turismo. 

Due mesi fa il paese ha eletto un nuovo presidente, José Raúl Mulino, e la sua amministrazione si è insediata il primo luglio. Si troverà a gestire un momento cruciale in questo paese, e i problemi ambientali non sono più rimandabili. Lo stesso Canale di Panama nell’ultimo anno ha limitato il passaggio di navi a causa della siccità provocata dai cambiamenti climatici e dallo sfruttamento delle risorse sul territorio.   

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