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Il turismo in cerca di un equilibrio

Destinazioni invase dai visitatori durante le vacanze di Pasqua - L'Alto Adige fissa un tetto massimo di pernottamenti

  • 13 aprile 2023, 20:00
  • 24 giugno 2023, 06:38

L'Italia "blocca" i turisti

SEIDISERA 13.04.2023, 18:26

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Di: SEIDISERA/Red.MM

Turismo a numero chiuso? Ci prova la provincia di Bolzano, che ha fissato un tetto massimo alle presenze. Una decisione finora unica in Italia, dove - dopo il weekend pasquale - è scoppiata la polemica attorno ad alcune popolari destinazioni turistiche che sono state letteralmente prese d'assalto.

Il progetto rientra nel Piano provinciale dello sviluppo del turismo 2030. "L'obiettivo era di capire quanto e quale turismo vogliamo avere in Alto Adige, con quali benefici. E poi abbiamo raggiunto certi limiti nella nostra zona turistica" spiega alla RSI l'assessore al turismo di Bolzano, Arnold Schuler. Si punta quindi non alla quantità, ma alla qualità del turismo.

In pratica, è stato fissato un massimo di 34 milioni di pernottamenti all'anno. Un tetto calcolato sulle presenze turistiche registrate nel 2019, a cui sono stati applicati dei criteri precisi: a parte alloggi e posti letto già registrati, non se ne potranno aggiungere altri, soprattutto da parte di affittacamere privati e Airbnb.

La decisione non è però stata accolta bene da tutti: è stata criticata soprattutto dai sindaci. Come si legge nel piano di sviluppo turistico, la strategia serve a preservare il senso di identità, l'impegno nei confronti della natura e la responsabilità verso la comunità.

Il turismo di massa oltre l'Alto Adige

Durante i giorni di Pasqua, molte destinazioni popolari sono state prese d'assalto dai turisti. Tanto che il turismo post-Covid sembra toccare apici mai visti prima. "Prima della pandemia eravamo tutti preoccupati da quello che chiamavamo iper-turismo, il turismo era già decollato e stava già toccando numeri impressionanti, con città come Amsterdam e soprattutto Barcellona quasi in rivolta contro i visitatori" afferma Claudio Visentin, docente di storia del turismo all'Università della Svizzera italiana, interpellato dalla RSI.

E aggiunge: "Poi c'è stata la pandemia e abbiamo scoperto, se mi si consente una battuta, che peggio del turismo c'è solo la sua assenza. E quindi il fenomeno è ripartito in modo furibondo, facendoci capire che in questi due anni il modello non è cambiato: c'è la stessa energia che c'era prima della pausa forzata e quindi qualcosa bisognerà senza dubbio fare".

Le possibili soluzioni

Quali sono dunque le possibili soluzioni? "Il modello da seguire è senza dubbio quello dell'Alto Adige" sostiene l'esperto. Si tratta dunque di fissare un tetto al turismo e di destagionalizzarlo, facendo comunque in modo - sottolinea - che non sia solo un turismo per ricchi.

Visentin ritiene inoltre che si debba frenare la diffusione dell'Airbnb, perché "sta diventando pericoloso e sta veramente cambiando il centro delle città". Si dovrebbe piuttosto creare un "turismo piccolo, distribuito nella popolazione, dove magari tante persone hanno una o due stanze da affittare, piuttosto che creare degli ecomostri, cioè giganteschi alberghi, gigantesche strutture e complessi di seconde case".

E va trovato un equilibrio che possa mettere d'accordo tutti. "C'è un assioma che la scienza turistica ha rilevato nel modo più chiaro e trasparente: il turismo non può essere la prima o sola attività di un territorio. È una meravigliosa attività di rincalzo, di sostegno, di integrazione di altri redditi, ma non deve crescere troppo".

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