Il reportage

In Giordania dove i ragazzi boicottano Israele

Nel Paese ci sono sit-in settimanali in sostegno del popolo palestinese; molte le catene internazionali chiuse. Una giovane influencer è riuscita a creare una start-up per dare lavoro ai suoi coetanei

  • 16 ottobre, 16:37
  • 25 ottobre, 16:50
06:16

Il ruolo dei giovani in Giordania dopo il 7 ottobre 2023

RSI Info 16.10.2024, 16:36

Di: Laura Silvia Battaglia 

In Giordania, dallo scorso dicembre, la popolazione in blocco empatizza con la condizione dei palestinesi, soprattutto gazawi. Una vasta fetta trasversale al Paese per età, condizione sociale, istruzione, genere e origine, manifesta in sit-in almeno una volta la settimana.

I più agguerriti hanno vent’anni: sono soprattutto donne, globalizzate e con contezza politica. La Gen Z giordana, ma anche la generazione dei trentenni, ha aderito massicciamente alla campagna di boicottaggio globale antisraeliana (BDS). Gli effetti sono evidentissimi, ovunque ci si giri ad Amman: vuote le grandi catene di fast-food e le caffetterie americane, vuoti tutti i supermercati Carrefour. Al punto che alcune aree-centri commerciali prima affollatissime, sono state ribattezzate “compound Israel”.

Qui, come in Malesia, dove la campagna BDS ha colpito violentemente il gruppo KFC e Pizza Hut, facendo abbassare la crescita dei brand dal 17% allo 0,7%, il boicottaggio è stato preso molto sul serio: dall’inizio della campagna, 12’000 esercizi commerciali sono stati chiusi. “C’è stato un momento in cui il ministro del Turismo Makram al-Qaisi ha accusato gli attivisti di far precipitare il Paese nella recessione economica”.

Dana Hassan è la più nota start-upper digitale del Paese: trent’anni, una storia professionale come HR di aziende prestigiose, è una influencer prominente da 23’000 follower. Dopo avere fatto una campagna di boicottaggio molto intensa, Dana ha voluto dare una risposta al Ministro. Così è nata Nahna maakum (Noi stiamo con te), la start-up che ricolloca sul mercato le persone che hanno lasciato il lavoro negli esercizi commerciali boicottati oppure trova lavoro a coloro che sono stati licenziati.

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