Le persone salvate in mare dovrebbero essere presi a carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri controllati creati negli Stati membri su base volontaria, dove il loro caso sarà trattato in modo rapido e sicuro e si applicherà il principio di solidarietà per chi ne ha diritto: è quanto prevede uno dei punti dell'accordo raggiunto nella notte su venerdì dai leader dell'Unione Europea, impegnati in 15 ore di vertice di cui nove dedicate alla questione dei migranti. L'intesa è stata annunciata su twitter dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk alle 4.30.
"Chi arriva in Italia arriva in Europa", ha detto soddisfatto il premier italiano Conte. Roma ha visto accolte molte delle sue richieste e "non sarà lasciata sola", mentre Emmanuel Macron e Angela Merkel hanno sottolineato come, a dispetto delle posizioni dei singoli paesi, si sia trovato un compromesso. Un compromesso che va incontro anche ai paesi del cosiddetto gruppo di Visegrad: chi non vorrà partecipare non sarà costretto a farlo. "Unanimemente adottato il "no" ai ricollocamenti forzati, ha sottolineato il premier polacco Mateusz Morawiecki.
È riconosciuta la necessità di riformare l'accordo di Dublino, ma in modo consensuale, mentre l'UE lavorerà alla creazione di centri di accoglienza al di fuori delle sue frontiere. Compito non facile: il Marocco, giovedì, aveva già annunciato che non intende ospitare simili strutture e lo stesso ha detto il ministro degli esteri tunisino Khemaies Jhinaoui in un'intervista apparsa venerdì.
RG/ANSA/ATS/pon