I Paesi membri dell’UE hanno trovato un accordo “di principio” sull’utilizzo degli interessi generati dagli averi della Banca centrale russa congelati nell’Unione allo scopo di finanziare “sia la difesa militare che la ricostruzione dell’Ucraina”, come ha annunciato la presidenza di turno belga su X al termine di una riunione a livello di ambasciatori. La proposta era stata presentata in marzo dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Si stima che si tratti di una cifra attorno ai 2,5-3 miliardi di euro quest’anno: gli averi bloccati ammontano a 210 miliardi e nel 2023 avevano prodotto interessi per 4,4 miliardi. Il 90% potrà essere consacrato a un fondo per l’equipaggiamento e le formazione militare, il 10% restante sarà invece sotto forma di aiuto finanziario diretto. Questo ultimo aspetto è stato importante per superare le reticenze per esempio della neutrale Austria, che non vuole partecipare alla fornitura di armi.
I fondi congelati non verranno toccati, solo gli interessi: i dubbi legali riguardanti una loro possibile confisca sono infatti ancora più forti, essendo protetti dall’immunità degli Stati. Inoltre, Mosca minaccia ritorsioni - che potrebbero consistere nella nazionalizzazione di proprietà di imprese europee in territorio russo - e c’è pure il timore che un simile passo possa spaventare altri Paesi, che, per paura di poter un giorno essere a loro volta presi di mira dalle istituzioni europee, potrebbero decidere di rimpatriare o comunque conservare altrove i loro averi.
Accordo UE su beni congelati Banca nazionale russa
SEIDISERA 08.05.2024, 18:30
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Notiziario 08.05.2024, 17:00
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