La Corte internazionale di giustizia (CIJ) si è dichiarata competente venerdì per pronunciarsi sulla maggior parte degli aspetti di una denuncia presentata dall’Ucraina nel febbraio del 2022, pochi giorni dopo l’invasione russa. Il presidente russo Vladimir Putin, fra le giustificazioni per l’attacco, aveva accusato il Paese vicino di genocidio ai danni delle popolazioni russofone dell’Ucraina orientale. Una menzogna e un pretesto, secondo Kiev, che in quanto tale viola la convenzione dell’ONU del 1948 contro il genocidio, firmata da entrambe le parti. È la stessa che ha invocato il Sudafrica nella sua causa contro Israele per quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza.
In una decisione preliminare del marzo 2022, la Corte - massima giurisdizione dell’ONU - si era già schierata dalla parte dell’Ucraina intimando a Mosca di fermare le operazioni militari. Una decisione alla quale il Cremlino non aveva obbedito, sostenendo che i giudici dell’Aia non erano competenti per esprimersi. Ora la Corte afferma il contrario. Un pronunciamento sul fondo della questione è atteso in futuro. Kiev chiede un risarcimento.
Dice anche - però - di non potersi pronunciare sul fatto che l’invasione russa costituisca a sua volta una violazione della convenzione. La CIJ nei giorni scorsi era già stata chiamata a esprimersi su violazioni denunciate da Kiev già nel 2017. Aveva in particolare respinto la tesi secondo la quale Mosca ha “finanziato il terrorismo” con l’appoggio ai separatisti del Donbass a partire dal 2014.
La guerra in Ucraina si sposta in tribunale
SEIDISERA 02.02.2024, 18:28
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