"Abbiamo deciso di dare una possibilità agli europei, ma non siamo fiduciosi". Un alto funzionario del Governo iraniano, interpellato dalla RSI, descrive così le aspettative di Teheran sul futuro dell'accordo sul programma nucleare, dopo l'uscita degli Stati Uniti, annunciata dal presidente Donald Trump l'8 maggio scorso.
La posizione ufficiale del Governo iraniano è meno netta, il ministro degli esteri Javad Zarif ha infatti spiegato all'agenzia di stampa DPA di essere "cautamente ottimista". I diplomatici di Unione Europea, Germania, Francia, Regno Unito, Cina Russia sono riuniti a Vienna - su richiesta dell'Iran - per cercare di salvare il piano del 2015, che prevede la fine delle sanzioni in cambio di forti limiti all'arricchimento dell'uranio. Teheran chiede un piano economico in grado di compensare le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e di salvaguardare i contratti esistenti con le imprese europee, ma non ha intenzione di attendere oltre.
"Vogliamo un piano entro la fine di maggio" - spiega il funzionario - precisando che Teheran ha bisogno di garanzie politiche e meccanismi precisi e verificabili per non abbandonare l'accordo. Gli esperti sono al lavoro sia a Vienna sia a Bruxelles in vista di un vertice ministeriale e già dall'incontro di oggi l'Iran si aspetta una dichiarazione di denuncia contro le sanzioni imposte dagli Stati Uniti.
Thomas Paggini