Le riserve di uranio a basso arricchimento dell'Iran hanno raggiunto un livello più di dieci volte superiore a quello consentito dall'accordo sul nucleare del 2015. A dirlo è l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) nel suo ultimo rapporto, che fotografa la situazione al 25 agosto. Le cifre: 2’105,4 chilogrammi di uranio stoccati, contro i 202,8 kg ammessi dall'intesa.
A maggio i quantitativi erano pari a 1’571,6 kg, sempre secondo l’AIEA e anche il livello di arricchimento dell'uranio ha superato i limiti: il 4,5% rispetto al 3,67% consentito. Le riserve di acqua pesante sono invece tornate sotto la soglia massima ammessa di 130 tonnellate.
L'Iran aveva iniziato a superare i limiti previsti dal Piano d'azione congiunto globale (Jcpoa), l'accordo firmato con i 5+1 (i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU più la Germania) e l'UE, in risposta al ritiro unilaterale nel 2018 e alle sanzioni degli Stati Uniti, chiedendo agli altri partner di assumere azioni compensative.
Questa settimana, la riunione della Commissione congiunta dei Paesi ancora aderenti all’accordo ha comunque ribadito "l'importanza di preservare l'intesa come elemento chiave dell'architettura globale di non proliferazione globale", respingendo la richiesta americana di reintrodurre sanzioni ONU contro Teheran, considerato che Washington non fa più parte dell'accordo.