Sono ormai quattro settimane che in Iran proseguono le proteste scoppiate dopo la morte della 22enne Mahsa Amini. Non è la prima volta che il paese si trova confrontato con movimenti di piazza. A manifestare contro il regime e la polizia religiosa sono ora soprattutto le donne. Ma non solo, un elemento di novità consiste nella presenza di uomini accanto a loro.
"Queste lotte", ci spiega Renata Pepicelli, professoressa associata di Storia dell’islamologia e storia del mondo arabo contemporaneo all’Università di Pisa, "sono diventate catalizzatrici e trainanti per altre lotte come i diritti civili, politici, economici e in generale, per la libertà (…) per la prima volta, in maniera così forte, la questione delle donne e delle loro libertà ha trascinato altre questioni politiche e non il contrario". Un vero e proprio ribaltamento quindi di prospettiva.
I tanti volti del "femminismo" iraniano, le considerazioni di Renata Pepicelli, professoressa associata di Storia dell’islamologia e storia del mondo arabo contemporaneo all’Università di Pisa
RSI Info 17.10.2022, 19:25
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Amini, originaria del Kurdistan iracheno, è morta in prigione il 16 settembre dopo essere stata arrestata perché non indossava il velo in maniera corretta. Secondo la versione dei famigliari è stata picchiata a morte, secondo le autorità avrebbe avuto un infarto. Attualmente, il Governo ultraconservatore è nelle mani del presidente Ebrahim Raisi, in carica dal 2021, che impone, tra le altre cose, alle donne norme di abbigliamento molto rigide. Una rigidità che sembra andare sempre più stretta ai diversi movimenti che rivendicano una maggiore libertà di scelta.
La libertà di scelta
"Esistono più correnti di femminismo", afferma la nostra interlocutrice, "non necessariamente chi scende in piazza in queste settimane o che si batte per diritti, libertà e uguaglianza si definirebbe femminista. Questa terminologia è associata con la storia dell’Occidente. Quando si prendono in considerazioni i movimenti delle donne in Iran e più generalmente in Medio Oriente bisogna prendere in considerazioni tre anime".
C’è quindi una prima anima, sottolinea Pepicelli, che è costituita "dal femminismo di matrice laica, che si esprime soprattutto nella diaspora iraniana e che non fa della religione un riferimento nella rivendicazione di diritti di uguaglianza".
Poi esiste un femminismo di matrice religiosa, chiamato femminismo islamico, sostenuto anche da uomini, "che crede che i diritti, l’uguaglianza per le donne vadano ricercate all’interno dei testi religiosi dell’Islam, in particolar modo nel Corano che per le sostenitrici di questo movimento è assolutamente portatore di un messaggio di uguaglianza di genere. Un messaggio che però, secondo questo movimento, è stato tradito da interpretazioni misogine e patriarcale dei testi religiosi che hanno posto le donne in condizioni di inferiorità. Una prospettiva che tradisce il vero messaggio di Dio mandato all’umanità, attraverso il profeta Maometto".
Le proteste in corso questo mese, non devono essere interpretate tendenzialmente come proteste contro l’Islam o contro il velo, "ma per la libertà di scelta, affinché le donne possano scegliere se indossare o meno il velo". Infine, c’è una terza corrente da tenere in considerazione e che ha a che fare con le questioni di genere all’interno dei movimenti islamisti e che "si pone la questione della partecipazione delle donne nello spazio pubblico".
Rompere il velo della paura
In questa costellazione di pensieri, si inseriscono quindi le tante manifestazioni in corso in Iran e fuori dal paese che hanno catalizzato altre proteste, contro una società che appare ancorata a troppe tradizioni e chiusure. Difficile, ci spiega sempre Pepicelli prevedere cosa succederà nei prossimi giorni e mesi: "Abbiamo sentito spesso negli slogan, che è la fine della paura e che la gente ha rotto il velo della paura. E nonostante il carcere, i rischi per la propria persona, donne e uomini sono scesi in piazza per rivendicare i loro diritti e libertà. Questo forse è quello che rimarrà sicuramente da queste proteste".
Alta tensione in Iran
Telegiornale 15.10.2022, 14:30