In una lettera aperta, 100 personalità svizzere del mondo della cultura e della scienza chiedono al Consiglio federale di imporre sanzioni contro il regime iraniano.
Le persone in Iran rischiano la vita per la libertà e la democrazia, afferma l'appello lanciato questa sera. Anche giovani studenti vengono arrestati e brutalmente uccisi dalle forze di sicurezza del regime islamico. "Anche noi in Svizzera sentiamo l'appello del popolo iraniano", affermano i firmatari precisando che la posta in gioco è una "rivoluzione femminista e democratica".
La Svizzera deve fare di più di quanto ha fatto finora. I Paesi di tutto il mondo hanno già intrapreso azioni contro il governo iraniano. "Ci aspettiamo un chiaro messaggio pubblico da parte del Consiglio federale a sostegno del movimento democratico iraniano", si legge nell'appello.
Sanzioni economiche e divieti di ingresso
Tre le richieste principali al Governo svizzero: l'attuazione di tutte le sanzioni economiche imposte all'Iran dall'UE e dagli USA, il divieto di ingresso a vita per i membri del regime islamico, delle Guardie rivoluzionarie e della milizia paramilitare Basij, e il congelamento di tutti i loro fondi nelle banche elvetiche.
Le richieste al Consiglio federale includono anche la classificazione delle Guardie rivoluzionarie e della Basij come organizzazioni terroristiche e la convocazione dell'ambasciatore della Repubblica islamica dell'Iran a Berna. La Svizzera dovrebbe proteggere i critici del regime che si trovano nel Paese. Queste misure "dovrebbero essere adottate immediatamente", affermano.
Le proteste in Iran, ricordiamo, sono state scatenate dalla morte della 22enne curda Mahsa Amini, avvenuta il 16 settembre. La giovane è deceduta mentre era sotto la custodia della polizia, dopo il suo arresto per non aver indossato correttamente il velo.