Il procuratore generale iraniano, l'ultraconservatore Mohammad Jafar Montazeri ha annunciato che "a seguito dei recenti incidenti nel paese, il Parlamento e il Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale stanno studiando e lavorando sulla questione dell'hijab obbligatorio e annunceranno il risultato tra 15 giorni". Non ha però però specificato in quale direzione questa legge potrebbe essere modificata.
Una protesta trasversale
Il procuratore generale ha annunciato una prossima data per l'esito dell'esame sull'obbligo di indossare l'hijab. "Mercoledì abbiamo avuto un incontro con la commissione culturale del Parlamento e vedremo i risultati tra una settimana o due", ha promesso.
L'Iran è in subbuglio dalla morte di Mahsa Amini, una curda iraniana di 22 anni deceduta il 16 settembre scorso dopo essere stata arrestata dalla polizia per aver violato il codice di abbigliamento, che richiedeva alle donne di indossare il velo. Da quella data migliaia di donne sono scese in strada per protestare, gridando slogan antigovernativi, togliendosi e bruciando il velo.
Iran, solo il 37% è d'accordo con l'hijab obbligatorio
Un rapporto confidenziale, trapelato di recente dall'agenzia di stampa iraniana Fars, che è vicina alle Guardie rivoluzionarie, afferma che solo il 37% degli iraniani è d'accordo con la legge sull'hijab, il velo islamico obbligatorio per le donne.
Iran, le proteste non si fermano
Telegiornale 19.11.2022, 21:00