Il presidente iraniano Massoud Pezeshkian, eletto il 5 luglio scorso, ha presentato oggi (domenica) al Parlamento la lista dei ministri per il suo nuovo governo. Pezeshkian, ritenuto un moderato, ha indicato in posti chiave dell’esecutivo persone note per le loro posizioni di relativa apertura.
A ministro degli esteri viene proposto Abbas Araghchi, 61 anni, diplomatico di carriera e parte del team che nel 2015 negoziò l’accordo con Stati Uniti ed Europa sul controllo del programma nucleare di Teheran, accordo poi denunciato da Donald Trump che ne ha di fatto causato la fine. Il riformista Abdolnasser Hemmati, a capo della Banca centrale e candidato alle presidenziali del 2021, viene invece proposto quale ministro dell’economia.
Nell’esecutivo c’è anche una donna, una sola, proposta per il ministero dei trasporti: Farzaneh Sadegh.
Il Parlamento si riunirà a partire da sabato prossimo per quattro giorni, per esaminare le candidature. Il voto di fiducia è previsto per il 21 agosto.
Uno scenario di incertezza
Continuano intanto incertezza e tensione per l’attesa risposta iraniana all’uccisione del leader di Hamas, Ismail Hanyeh, eliminato il 31 luglio scorso a Teheran proprio mentre era ospite degli ayatollah per la cerimonia di inaugurazione del nuovo presidente.
Secondo diversi media arabi Pezeshkian avrebbe convinto la guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, a rinviare la rappresaglia contro Israele fino a dopo la formazione del nuovo governo. Ma Israele non esclude nulla e continua a mantenersi in massima allerta.
Egitto e Qatar hanno anche informato Israele del fatto che il nuovo capo di Hamas, Yahya Sinwar, è interessato ad un accordo per una tregua in cambio del rilascio di ostaggi. Resta l’incognita sulle intenzioni del premier Netanyahu, secondo cui Israele è comunque ormai molto vicino alla vittoria.
Il nostro inviato a Tel Aviv
Telegiornale 11.08.2024, 20:00