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Iraq, poveri nonostante il petrolio

A 20 anni dall'invasione statunitense, il paese è confrontato con grandi difficoltà, come mancanza di servizi pubblici e diritti - Il reportage

  • 19 marzo 2023, 09:07
  • 20 novembre, 11:45
04:56

Iraq, 20 anni dopo l'invasione statunitense

Sara Manisera e Daniela Sala 19.03.2023, 09:05

Di: Sara Manisera e Daniela Sala - con la collaborazione di Lina Issa ed Essam al Sudani - realizzato grazie al supporto del JournalismFund 

All’alba del 20 marzo 2003, la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti invade l’Iraq. Inizia così la Seconda Guerra del Golfo, un intervento giustificato come "guerra preventiva" ed "esportazione della democrazia". Saddam Hussein era accusato di possedere armi di distruzione di massa e di nascondere militanti di al-Qaida. Secondo le parole di George W. Bush, la missione militare "Iraqi Freedom" avrebbe combattuto il terrorismo, difeso il mondo da un serio pericolo, esportato libertà, prosperità e laicità.

Dal 2003, l’Iraq ha subito un’invasione militare, una guerra civile, l’occupazione di un terzo del paese da parte dell’autoproclamato Stato Islamico, la diffusione di milizie e gruppi armati e una "liberazione" che ha causato migliaia di vittime civili e sparizioni forzate. Al tempo stesso, la società civile irachena non ha mai smesso di lottare e di difendere i diritti umani con campagne nonviolente, spesso ignorate dalla comunità internazionale. Se è vero che l’Iraq è uno dei Paesi più ricchi al mondo di petrolio, è altrettanto vero che la maggior parte della popolazione in questi ultimi vent’anni non ha mai beneficiato della ricchezza del petrolio.

Acqua salata dai rubinetti

Nell’estate del 2018, le temperature a Basra, nel sud dell’Iraq, hanno raggiunto i 52 gradi e dai rubinetti usciva acqua salata. Benché il governatorato di Basra ospiti i giacimenti petroliferi che producono la maggior parte di barili di petrolio esportati ogni giorno dall’Iraq, la regione - e la maggior parte dell’Iraq- resta sottosviluppata, priva di servizi, di acqua, di elettricità e fortemente inquinata. Nel 2011, 2015 e 2019 migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il governo per la mancanza di servizi pubblici e diritti. La repressione da parte delle forze di sicurezza e delle milizie armate è stata durissima.

Giovani manifestanti uccisi

Solo nel 2019, più di 800 giovani manifestanti sono stati uccisi e oltre 25’000 sono stati feriti. A vent’anni di distanza dall’invasione a guida statunitense, l’Iraq è uno dei paesi più corrotti al mondo, dove classi dirigenti locali, con il supporto di milizie, e uomini d’affari si dividono la torta secondo i propri interessi. Nonostante sia stato fatto di tutto per convincere l’opinione pubblica che il problema fossero le armi di distruzione di massa e al-Qaida, la geopolitica e il petrolio restano le cause principali della fragilità irachena.

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